Scalisi Giuseppe

Scalisi Giuseppe

       

                                  Il sottotenente GIUSEPPE SCALISI nasce a Randazzo il 18 maggio 1921 da Salvatore Scalisi e Venera Gangi.
All’anagrafe risulta nato il 22 maggio 1921. A quei tempi i bambini nascevano in casa e la data di nascita ufficiale era quella del giorno in cui il padre si presentava in comune, accompagnato da due testimoni, per denunciare il lieto evento.

Giuseppe Scalisi è il primogenito dei cinque figli avuti da Scalisi Salvatore e Gangi Venera.

I suoi quattro fratelli sono:

Il dr Nunziato, nato nel 1923. Deceduto.

Angelo, nato nel 1925. Deceduto.

Gaetano, nato nel 1927. Deceduto.

Il prof. Mario, nato nel 1941. Vivente. 

Il 10 giugno 1940 l’Italia entra in guerra a fianco della Germania.
Giuseppe Scalisi viene reclutato il 10 febbraio 1941 e assegnato al 4° artiglieria di Mantova, dove ricopre il grado di soldato scelto, quindi di caporale e, infine, di sergente.

Il 4 settembre 1941 è ammesso alla Regia Accademia di Artiglieria e Genio per frequentare il corso biennale in territorio dichiarato in stato di guerra.
Per tale motivo, il 19 gennaio 1943, la Regia Accademia si trasferisce a Lucca dove l’8 aprile 1943, conclude il corso col grado di sottotenente di artiglieria.

 

Rodi: il sottotenente Giuseppe Scalisi è quello sdraiato a terra con la giacca della divisa chiara.

 

Il 26 luglio 1943 il sottotenente Giuseppe Scalisi è assegnato al Deposito misto delle truppe destinate alle Isole Italiane dell’Egeo (il così detto Dodecaneso) e il 2 agosto 1943 è trasferito, via aerea, a Rodi e assegnato al 56° di artiglieria, operante in territorio dichiarato in stato di guerra.
L’8 settembre 1943 viene reso noto l’armistizio sottoscritto, a Cassibile , dall’Italia con gli anglo americani il giorno 3 dello stesso mese.

Il 12 settembre 1943 scatta la ritorsione dei Tedeschi. Probabilmente seppero prima dei comandi militari italiani che l’Italia aveva  sottoscritto l’armistizio con gli anglo americani.

Il sottotenente Giuseppe Scalisi è catturato e internato in Germania.

La notizia dell’internamento in un campo di detenzione giunge alla famiglia insieme all’informazione che il sottotenente, essendo un ufficiale, non poteva svolgere lavori, così come previsto dall’articolo 27 della convenzione di Ginevra del 27 luglio 1929. Conseguentemente incontrava difficoltà per integrare l’alimentazione standard stabilita dai Tedeschi e per meglio gestire il vestiario avuto in dotazione.

Il padre del sottotenente, Scalisi Salvatore, era stato istruttore di cavalleria nella celebre scuola di Pinerolo, nei pressi di Torino. Durante la prima guerra mondiale come cavalleggero partecipò alla lunga guerra di trincea contro gli Austriaci.
Suo generale era il conte Paolo Rignon. Durante uno dei tanti attacchi contro le truppe austriache il generale Rignon fu colpito da un tiro di mitraglia. Scalisi Salvatore e un altro randazzese lo sollevarono e lo portarono a braccia dietro la linea di combattimento.
Non appena guarito il generale volle sapere chi gli aveva salvato la vita. In segno di gratitudine propose ai due randazzesi di restare a Torino e offrì loro delle azioni del canale Cavour.
I due ringraziarono per la riconoscenza e per la generosità loro dimostrata dal conte, ma preferirono rientrare a Randazzo dove i loro padri li attendevano per avere aiuto nell’ attività agricola.

Nel 1943 la Sicilia era occupata dagli Anglo Americani mentre il resto dell’Italia era sotto il controllo delle truppe tedesche. Scalisi Salvatore riuscì comunque a mettersi in contatto col conte Paolo Rignon. Da Torino egli trovò il modo per far pervenire a suo figlio Giuseppe  rinchiuso nel campo di detenzione, pacchi viveri e di vestiario.

Il 29 luglio   1945, liberato dagli  Inglesi, il sottotenente rientra in Italia e si presenta al centro alloggi di Verona.
Il centro alloggi, per la precisione, si trovava a Pescantina, poco fuori Verona nella direzione della strada che porta nel Brennero. Da lì arrivavano i prigionieri detenuti nei campi di concentramento nazisti, man mano che venivano liberati. Il centro, organizzato da volontari e volontarie che vi prestavano la loro opera, chiamati dagli stessi reduci “angeli di Pescantina”, costituiva il primo centro in cui i reduci trovavano cure, assistenza e conforto.
In un secondo tempo prestarono assistenza anche la Croce Rossa Italiana e la Pontificia Opera di Assistenza.

Il 12 agosto 1945:Giuseppe Scalisi si presentata al Distretto militare di Catania ed è inviato in licenza di rimpatrio di gg. 90.

Il 15 gennaio 1946 è riammesso in servizio e destinato alla scuola di artiglieria di Bracciano.

 

Palermo: Giuseppe Scalisi e Antonio Fisauli

Il 30 luglio   1946 è trasferito al 22° Reggimento della Divisione sicurezza interna “Aosta” a Palermo.

Il 31 agosto 1946 è trasferito al 6° Reggimento di fanteria della neo costituita brigata di fanteria “Aosta”.

Il 2 ottobre 1946 è comandato a prestare servizio presso la commissione recupero materiali delle FF.AA. per l’impiego bellico d’arma.

Il 15 aprile 1947 è trasferito al Gruppo di artiglieria “Aosta”.

Il 19 maggio 1947 muore a Pantelleria a causa dello scoppio del deposito ordigni bellici recuperati.

Furono formulate varie ipotesi tese a capire chi o cosa avesse provocato quello scoppio, ma nessuna di esse apparve del tutto convincente.

   a cura di    Mario Scalisi  che saluta tutti gli amici avendo Randazzo sempre nel cuore.

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