Panissidi Giambattista Sapio

Panissidi Giambattista Sapio

Giovambattista Panissidi

Giambattista Panissidi Sapio, nato a Randazzo il 14/01/1893 da Salvatore e Giovanna Sapio, morto il 20/08/1985.
Medico chirurgo, ufficiale sanitario, uomo integerrimo, promotore di iniziative culturali per il suo amato paese, corrispondente del quotidiano La Sicilia.
Si distinse con valore nella Grande Guerra, contribuendo, da ufficiale medico, alla salvezza di molte vite umane.
Per questo motivo gli fu concessa la onorificenza di: Cavaliere Dell’Ordine di Vittorio Veneto.
Fu uno dei primi, in quel tragico giorno del 17 giugno 1945,  ad accorrere a Murazzo Rotto – assieme il padre cappuccino Luigi Magro   ( autore del libro: ” Cenni Storici della Città di Randazzo ) per tentare di salvare la vita di  Antonio Canepa.
 

La famiglia del dr Giambattista Panissidi Sapio :

Dr. Panissidi al centro con il figlio Salvatore (Turillo),la nuora Maria Concetta La Piana ed i nipoti Giambattista ed Elisabetta Ausilia

Dr. Panissidi al centro con il figlio Salvatore (Turillo),la nuora Maria Concetta La Piana ed i nipoti Giambattista ed Elisabetta Ausilia

 

Nel n. 2 di ” Randazzo Notizie ” del mese di agosto del 1982, il dr.Panissidi rilasciò una  intervista a Luigi (Gigi) Stancampiano dal titolo:

FASCINO DI RANDAZZO

 

Taormina è come Roma: al primo giorno ci si sbigottisce, il secondo giorno ci si esalta; il terzo giorno ci si innamora.

Randazzo, malgrado mutilata nell’ultima guerra nei suoi tesori e nelle sue pregevoli opere d’arte, non è meno di Taormina; essa ha un fascino in graduale ascesa man mano che se ne conosce tutto il patrimonio artistico e naturale; essa è da tempo meta gradita del turista e del forestiero, che vi trovano tutto un mondo artistico e tutto un panorama etneo dai rilievi lunari di eccezionale bellezza: templi, opere architettoniche ed oggetti preistorici con esemplari di fama mondiale; insigni pitture e sculture dei migliori artisti della Sicilia.

Il viaggio Taormina-Randazzo diventa, pertanto, un godimento spirituale per gli studiosi dell’arte e della storia siciliana.

Il salesiano Don Salvatore Calogero Virzì, cittadino onorario di Randazzo, storico e critico d’arte di chiara fama, innamorato anche delle pietre di Randazzo, ed il compianto Prof. Enzo Maganuco, studiosi insigni della nostra millenaria civiltà, sono i vati ed i poeti della nostra storia leggendaria, sono i cultori appassionati di tutte le cose belle di Randazzo, avendone scoperto tutti i tesori che, dall’Era Avanti Cristo ad oggi, hanno pregevolmente arricchito il prezioso patrimonio artistico-architettonico della nostra meravigliosa città.

Randazzo, la cui primitiva popolazione proviene dai greci, dai latini e dai lombardi, ha sempre nei secoli fatta gara per il proprio predominio politico ed artistico ed ha conservato, nelle sue cattedrali, il geloso prestigio della propria civiltà e della propria bellezza.
Oggi che una amministrazione comunale, con a capo il sindaco democristiano Francesco Rubbino, ha in mano le redini e le sorti della nostra città, dopo la recente disastrosa colata lavica e la conseguente emergenza economica ed ha anche il preciso dovere e la sublime missione della valorizzazione di questo meraviglioso e splendido complesso di rara bellezza: Taormina-Randazzo.

Non mancano ora i relativi mezzi di comunicazione: i grandi torpedoni “granturismo”, che puntualmente arrivano da Taormina (grazie fortunatamente alla provvidenziale apertura della “Brunetto Viaggi – Promozione Turistica”, una agenzia turistica in collegamento con quelle internazionali, presso la quale ha anche sede, attualmente, l’Ufficio Informazioni della Pro Loco di Randazzo, di cui è nuovo valido commissario il concittadino Mario La Ruota, nostro caro amico), la ferrovia Taormina­ Giardini-Randazzo ed il giro turistico dell’Etna, organizzato dalla Ferrovia Circum Etnea e dall’Ente Provinciale per il Turismo di Catania, i mezzi privati, sempre in continua diffusione, sono adeguati per invogliare il turista ed il forestiero meno sprovveduto e le nostre genti al viaggio ideale fra il mare e la montagna.

Sono in piena attività alcuni confortevoli alberghi e ristoranti dove si possono gustare ottimi piatti locali. Randazzo diventa ogni giorno sempre più accogliente per le sue belle e grandi piazze ad ampio respiro e per il suo salubre clima estivo che nessun altro versante della Sicilia può ugualmente elargire.

Randazzo, Siena della Sicilia, ospitale e gentile al pari di essa, attende con vivo interesse che venga restaurato, almeno in parte, il suo patrimonio artistico distrutto dalla guerra: tra le opere andate perdute si annoverano i due portali Nord e Sud della Chiesa di S. Martino, il rosone pregiato della Chiesa di S. Stefano, difficilmente recuperabile, ed i primi due archi con bifore della Via degli Archi, di cui si attende il prossimo restauro. Questa Via degli Archi attirava un tempo l’attenzione dei forestieri, che la ritraevano e la

Via degli Archi prima della guerra – Randazzo

disegnavano per conservarla ed annoverarla tra i più bei ricordi turistici della Sicilia.

Il Conte Ruggero, Federico Il di Svevia, Alfonso I, Carlo V ed altri sovrani di passaggio da Randazzo, hanno lasciato le loro orme con oggetti preziosi di inestimabile valore artistico, che si conservano tra i tesori delle tre grandi cattedrali di Randazzo, che un tempo vantava 99 chiese e oggi ne conserva solo 14, tra cui: S. Martino, S. Nicolò e la stupenda Basilica Pontificia di S. Maria, che custodiscono un preziosissimo patrimonio artistico si scultura e pittura di grandi maestri siciliani, appartenenti alle varie scuole del Gaggini, del Velasques e di Antonello da Messina. S. Martino, il cui campanile fu definito dal Maganuco: “la più bella espressione musicale dell’arte gotica siciliana”, conserva nel suo interno un Polittico Antonelliano, una Pietà di autore ignoto ed un ricamo gotico marmoreo del ciborio del SS. Sacramento, di inestimabile valore. S. Maria, superba costruzione gotico-siciliana, è il tempio in cui la lava ed il calcare Siracusano sono stati colpiti nei loro più classici motivi ornamentali; nel suo interno, lavori del Velasques e di altri pregiati pittori. S. Nicola, la cui facciata severa o massiccia dà il senso del grandioso e della severità tipica delle costruzioni laviche, conserva gelosamente il capolavoro del Gaggini: S. Nicolò di Bari.

Bella e grande Randazzo! Bella e dolce Taormina! Il vostro fascino congiunto ed un auspicabile gemellaggio tra le due vicine cittadine dovrà rinsaldare i vincoli di amicizia e di civiltà antica e moderna, cui siete legate, e dovrà esaltare l’amore del bello nella nostra Sicilia Orientale.

La strada che Randazzo porterebbe sull’Etna, ad oltre 2.000 metri di altitudine (tra la “Faggeta”, Monte Nero e Monte S. Maria), sarebbe l’opera da realizzare con carattere ed impegno prioritario dall’Amministrazione cittadina; las

Il superstite campanile della Chiesa di San Martino com’era nell’anno 1925 – Randazzo

sù il primo bacio del sole ed il suo tramonto sono cose di sogno; lassù è grande la gioia del vivere ed immenso è l’amore di Dio e del Creato.
Un grande albergo costruito al margine del bosco “Faggeta” ed alimentato dalle dolci e fresche acque della “Grotta del Gelo” darebbe al forestiero ansioso di un po’ di pace, lontano dal trambusto della vita moderna, la sensazione di vivere in uno splendido angolo di paradiso.

Al Sindaco Francesco  Rubbino l’augurio per la realizzazione della più bella valorizzazione turistica di Randazzo.

Ma a tutto questo trionfo di arte e di natura si aggiungono anche i sontuosi festeggiamenti dell’Estate Randazzese, con la processione del 15 agosto della “Vara” di Randazzo, complesso cinquecentesco di rara bellezza, unico al mondo, meravigliosa espressione folkloristico-religiosa siciliana, rappresentante l’Assunzione della Madonna in Cielo. Il Carro Trionfale è costituito da ben 25 personaggi “viventi” circondati da uno sfolgorio di luci e riflessi d’oro, mentre innalzano le lodi a Maria Assunta con canti e motivi del ‘500.

Il turista in Sicilia, a Taormina come a Randazzo, avrà la sensazione di aver trovato un po’ di quella serenità terrena, tanto rara nei tempi moderni, e sentirà la nostalgia di restarci o di tornarci.

A cura di Francesco Rubbino 

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