Jan Van Houbraken o Giovanni van Houbraken (Fiandre, 1612 – 23 maggio 1676) pittore italiano di origini fiamminghe, fu padre di Ettore van Houbraken e nonno di Nicola van Houbraken e discepolo di Pietro Paolo Rubens e di Matthias Stomer .
Non si hanno molte notizie della sua vita privata e artistica e certo comunque che dal 1636 al 1665 risiede nella città di Messina in stretto rapporto con la confraternita dei mercanti.
Secondo Negri Arnoldi (1984) van Houbracken sarebbe giunto in Sicilia assieme a Van Dyck, suo condiscepolo nella bottega di Rubens.
Nato ad Anversa attorno il 1612 il pittore fiammingo non è documentato nell’isola prima del 1636, data del Martirio di S.Placido e compagni del museo di Messina, che è anche una delle rare opere autografe del pittore.
Il martirio dei santi messinesi trucidati dai saraceni nel 541, i cui resti vennero ritrovati nel 1588 e nel 1608, è reso con macabra crudezza mentre si intravede l’accezione di soluzioni coloristiche vandickiane. Fra le sue opere più significative alcune tele di scuola fiamminga che rappresentano allegoricamente i cinque sensi:
Nel 1657 dipinge su tela “il Compianto del Cristo sulla Croce” . L’ opera è custodita nella basilica di Santa Maria Assunta di Randazzo (entrando dalla Porta di Mezzogiorno, subito a sinistra), e rappresenta sicuramente il capolavoro artistico di J.Van Houbracken.
In questa opera l’Artista dimostra una monumentalità dispiegata al massimo grado ed è anche l’ultima sua opera datata.
“L’arte non è qualcosa di superfluo, inutile. L’arte è la vista sulla vita. E’ ciò che consideriamo tale”. (Andrea Italiano).
L’arte è come una religione, una filosofia che sta dentro e prima dell’essere in quella “tortuosa salita verso la Salvezza, fatta
d’incontaminata bellezza, di colori, spirito, grazia e cortesia” e solo chi vi approccia con nuovo interesse,
può carpirla in tutta la propria interezza.(Andrea Italiano).
Alcuni sostengono che a seguito della rivolta anti spagnola di Messina del 1674 fugge con la sua famiglia a Livorno dove muore il 23 maggio 1676, per Negri Arnoldi invece muore a Messina nel 1665.
a cura di Francesco Rubbino