Maristella Dilettoso è nata e vive a Randazzo. Ha studiato a Randazzo, Bronte e Catania, dove ha conseguire la Laurea in Lettere Moderne nel 1976, discutendo la Tesi “Il fascino della distanza: due fiabe moderne presentate ai ragazzi”, relatore il Ch.mo Prof. Gino Corallo.
Dopo qualche breve esperienza di insegnamento, dal 1978 fino al 2011 ha diretto la Biblioteca civica della sua città. Tra i suoi interessi principali la pittura, la letteratura, il giornalismo, la storia e le tradizioni locali.
Nella pittura predilige il genere figurativo, i suoi soggetti sono paesaggi, nature morte, ma soprattutto angoli, monumenti e vie della sua città. Ha partecipato nel passato a diverse estemporanee e mostre collettive di pittura, aggiudicandosi un 1° posto (Maletto, 1980), ed altri riconoscimenti, ha tenuto una mostra personale a Bronte nel 1982; si è inoltre classificata al 1° posto nel Concorso indetto dal Comune di Maniace nel 1984 per il progetto dello stemma e del gonfalone.
Ha redatto il testo della Guida turistica Randazzo città d’arte nel 1994, e, assieme ad altri, il testo della Guida alla Città di Randazzo nel 2002.
Ha pubblicato, assieme a don Cristoforo Bialowas, il volume Un beato che unisce : Randazzo e Montecerignone, nell’anno 2006, sulla vita e sul culto del beato Domenico Spadafora da Randazzo.
Nel 2008 ha pubblicato il volume Detti, sentenze, proverbi, storielle, modi di dire, aneddoti e usanze siciliane: un viaggio nell’universo randazzese. Per questa pubblicazione le è stato conferito nel 2008 il “Premio Bianca Lancia” nel corso delle manifestazioni di Medievalia a Brolo (ME), e nel 2009 il premio speciale della giuria per la sezione “Libro edito – Saggio”, nel concorso “Poesia, prosa e arti figurative 2009” indetto dall’Accademia Internazionale Il Convivio.
Come giornalista ha firmato, fino ad ora, oltre 400 articoli, su argomenti vari: d’opinione, di cronaca, cultura, costumi e tradizioni, biografie, interviste, racconti, recensioni letterarie, collaborando a diverse testate, quali il Gazzettino di Giarre, Il Sette, il bollettino del Comune di Randazzo, Randazzo notizie, Famiglia domenicana (periodico dell’O.P.), il giornale della Diocesi di Acireale La Voce dell’Jonio (anche nella versione online, ed alla rivista Il Convivio, suoi scritti sono apparsi sul Giornale di Sicilia, La voce dell’isola, e su Prospettive.
È stata relatrice in alcune presentazioni di libri, conferenze e tavole rotonde, come una conferenza per la sezione l’Unitre di Randazzo sul tema “Le leggende di Randazzo” (2006) e una tavola rotonda su “Federico De Roberto a Randazzo” per l’Associazione RIS (2014), collabora occasionalmente con emittenti locali, ha fatto spesso parte di giurie in occasione di concorsi artistici e letterari.
Produzione Letteraria
Produzione artistica
Parlano di Maristella
Collana Etnografia
Titolo: Detti, sentenze, proverbi, storielle, modi di dire, aneddoti e usanze sicilane
Autore: Maristella Dilettoso
Descrizione – Detti, sentenze, proverbi, storielle, modi di dire, aneddoti e usanze sicilane
«… si può con sicurezza affermare che la Dilettoso ha raccolto, illustrato e confrontato il mondo variegato delle tradizioni randazzesi da lasciare ben poco ad altri da spigolare nel vastissimo campo.
E pur avendo sottolineato nella sua introduzione di aver voluto circoscrivere il suo studio all’ambiente randazzese … e considerata una così grande importanza storica della città, questo ricco patrimonio culturale, regalatoci dall’ardua fatica della Dilettoso, non può restare circoscritto ad un ambiente delimitato al quale ha peraltro intrecciato una splendida corona, ma ha diritto di superare i ristretti confini geografici, di essere conosciuto, studiato e di far parte del prezioso tesoro delle tradizioni popolari siciliane.
Di conseguenza, il volume merita di stare accanto alla produzione demologica dei grandi e meno grandi folkloristi dell’Isola, anche perché ricco di opportune annotazioni, con la finalità di agevolare l’intelligenza dei vocaboli e del senso della pregevole scelta dei proverbi.
E, inoltre, il volume mette in risalto una vasta erudizione, un’abilità non comune, una grande vivacità di fantasia, discernimento critico e un’arte singolare di descrivere della ricercatrice: proprio così, Maristella Dilettoso ha conservato uno dei più bei monumenti della nostra città e ha collocato un magnifico gioiello nel forziere nel quale vengono conservati i tesori della cultura popolare» (dalla Prefazione di Salvatore Agati).
L’Autore – Maristella Dilettoso
Maristella Dilettoso, nata a Randazzo nel 1951, laureata in Lettere moderne all’Università degli Studi di Catania, dopo brevi esperienze di insegnamento, dal 1978 dirige la Biblioteca comunale della sua città.
Si è occupata di pittura e disegno, giornalista pubblicista, ha scritto articoli di cronaca, storia, arte, cultura locale, recensioni letterarie, collaborando a varie testate giornalistiche siciliane.
Ha pubblicato:
la Guida turistica ” Randazzo città d’arte” (1994), e con altri autori,
una Guida storico-turistica di Randazzo (2002)
la monografia: Un beato che unisce: Randazzo e Montecerignone (2006).
La battaglia di Francavilla di A Manitta a cura di M Dilettoso
Randazzo / La parrocchia di S. Martino vive l’Anno Giubilare del seicentesco “crocefisso della pioggia” |
La voce dell’Jonio 19 maggio 2016
La Parrocchia di San Martino in Randazzo celebra quest’anno il 475° anniversario della presenza del Crocifisso del Matinati, con un Anno Giubilare straordinario indetto da Papa Francesco.
Le celebrazioni del Giubileo, che si sono aperte il 13 settembre e si concluderanno il 20 settembre 2015 con una grande festa in onore del Crocifisso, si articoleranno per un anno intero attraverso celebrazioni parrocchiali, pellegrinaggi, concessioni di indulgenze, nel corso delle varie ricorrenze e festività previste dall’anno liturgico.
In apertura, la sera del sabato 13, per desiderio del parroco, padre Emanuele Nicotra, durante la Messa serale, è stato inaugurato un nuovo quadro, realizzato dall’artista Giuseppe Giuffrida e offerto alla chiesa di S. Martino da due parrocchiani che hanno preferito restare anonimi: l’opera si riferisce a un momento particolare dell’eruzione dell’Etna del marzo 1981 – quella che distrusse molte case e terreni del territorio di Randazzo, e minacciò seriamente l’abitato – e rappresenta S. Giuseppe, patrono della città, che intercede per la sua salvezza. La celebrazione eucaristica è stata presieduta dall’arciprete Domenico Massimino, parroco del Duomo di Giarre.
Domenica 14 settembre, sempre in S. Martino, è stato inaugurato ufficialmente l’anno giubilare per i 475 anni dall’arrivo del Crocifisso a Randazzo con una messa celebrata dal vescovo della Diocesi di Acireale Mons. Antonino Raspanti, e la partecipazione di tutto il clero della città. Nel corso della celebrazione il Vescovo ha consacrato il nuovo altare.
Vale la pena di ricordare brevemente, a questo punto, la leggenda cui è legato il “Crocifisso della pioggia” di S. Martino, chiamato comunemente dai randazzesi ‘u Signuri ‘i l’acqua: opera pregevole di uno dei Matinati, famiglia di “crocifissari” rinomata in tutta la Sicilia, probabilmente Giovanni Antonio, è una scultura dallo stile contenuto e dalle armoniche proporzioni.
Vuole la tradizione che, in una sera di settembre del 1540, alcuni uomini trasportavano il Crocifisso verso un paese dell’interno, cui era destinato; giunti a Randazzo, o perché sorpresi da un acquazzone, o semplicemente per il sopraggiungere delle tenebre, chiesero ricovero per il simulacro nella chiesa di San Martino.
All’indomani, venuto il momento di riprendere il viaggio, non appena giunti sulla porta della chiesa, un violento temporale li costrinse a rimandare la partenza, e così per tre giorni di seguito, finché, interpretando il prodigio come una manifesta volontà del Signore di rimanere a Randazzo, il clero della chiesa non ne formalizzò l’acquisto.
L’immagine, ritenuta miracolosa, è stata ne corso dei secoli oggetto di grande venerazione da parte dei randazzesi, che in passato, durante i periodi di siccità e carestia, si rivolgevano a lei per impetrare la pioggia, con digiuni, preghiere e processioni.
Maristella Dilettoso
Randazzo / Riconoscimento filiale per mons. Mancini. A dieci anni dalla morte, il Comune gli dedica una piazza.
Lo scorso 29 aprile 2016 , giorno del 10° anniversario della scomparsa di mons. Vincenzo Mancini, la città di Randazzo ha voluto dedicargli una piazza con una cerimonia che ha visto la partecipazione di autorità religiose, civili, militari, parrocchiani e numerosi altri cittadini.
Mons. Vincenzo Mancini era nato a Randazzo il 26 agosto 1921. Seguendo una vocazione manifestatasi fin dall’infanzia, ricevette l’Ordine Sacro il 4 marzo 1944, dopo gli studi compiuti presso il Seminario vescovile di Acireale.
Erano gli anni tristi della guerra (solo pochi mesi prima il fratello maggiore, Alessandro, era perito in mare durante l’affondamento della corazzata Roma), Randazzo non si era ancora completamente destata dall’incubo dei bombardamenti e dell’invasione, dovunque vi erano macerie, lutti, fame e distruzione, e il clero dovette molto impegnarsi a dare assistenza e sostegno.
Fin dall’inizio del suo ministero, il neo sacerdote fu assegnato alla Basilica di S. Maria, e da allora la sua vita è rimasta legata strettamente, inscindibilmente, a questa chiesa, uno splendido tempio che affonda le sue origini nella leggenda, che si è arricchito nei secoli di tante opere d’arte, grazie anche al mecenatismo degli arcipreti che vi si sono succeduti, che ha accolto la comunità randazzese nei momenti più luminosi come in quelli più bui, superando, magnifica e indenne, terremoti, eruzioni e guerre.
Di questa chiesa mons. Vincenzo Mancini è stato, per ben 62 anni, custode e guida, dal 1° dicembre 1966, quando ne divenne arciprete e parroco, succedendo a mons. Giovanni Birelli.
La successiva nomina di vicario foraneo, da parte del vescovo di Acireale, gli conferiva un ruolo pastorale, oltre che giuridico e amministrativo, che si estendeva ben oltre i confini della parrocchia e della città di Randazzo, comprendendo anche Linguaglossa e Castiglione di Sicilia, ruolo di grande importanza, che lo promuoveva tra i più vicini collaboratori del vescovo, e che mons. Mancini ha svolto sempre con grande dignità e competenza, grazie a quella prudenza e innata saggezza, diplomazia, capacità di mediazione e autorevolezza, che lo hanno sempre contraddistinto.
Il suo impegno non restò circoscritto all’attività parrocchiale, ma si era esteso anche al mondo della scuola, con l’insegnamento presso il liceo classico “Don Cavina”, e all’assistenza agli anziani, perseguita e realizzata particolarmente attraverso la casa di riposo “Paolo Vagliasindi del Castello”.
L’istituzione, fondata nel 1929, e in un primo tempo aggregata all’ospedale civile, dal 1964 collocata in una struttura autonoma e dignitosa, lo ebbe nel 1956 commissario prefettizio, e dopo alcuni mesi presidente, carica, questa, che padre Mancini ricoprì, salvo brevi interruzioni, fino alla fine, e nella quale investì energie e impegno, promuovendo ampliamenti e ristrutturazioni dell’edificio, al fine di assicurare una vecchiaia e un’assistenza dignitosa e adeguata a tanti anziani di Randazzo e del circondario. Rimase attivo e presente nella vita parrocchiale, anche quando il fardello dell’età e degli acciacchi aveva cominciato a rallentare il suo passo, e nonostante il peso dei gravi lutti familiari che gli era toccato di affrontare negli ultimi anni. Si spense a 84 anni, il 29 aprile 2006.
L’Amministrazione comunale di Randazzo, considerato lo spessore del sacerdote e dell’uomo, e quanto mons. Mancini sia stato, nel corso del suo lungo mandato, un punto di riferimento, per tanti giovani, adesso cresciuti, per tanti anziani, per il clero locale, per la comunità parrocchiale e per la città tutta di Randazzo, con deliberazione di Giunta. n. 19 del 19.02.2016, stabiliva di dedicargli un’area cittadina.
La manifestazione del 29 aprile scorso, iniziata con una concelebrazione nella Basilica di S. Maria, presieduta dal vescovo della Diocesi di Acireale, mons. Antonino Raspanti, con la partecipazione dell’arciprete don Domenico Massimino e degli esponenti del clero di Randazzo, è proseguita con l’intitolazione dello spiazzo antistante il lato nord della chiesa e la sacrestia (‘a Tribonia), che si affaccia sul fiume Alcantara, e che da oggi, a ricordo di chi in quei luoghi ha operato per lunghi anni, si chiamerà “Largo mons. Vincenzo Mancini”.
| La Voce dell’Jonio 4 maggio 2016 – Maristella Dilettoso
la chiesa nera
Recensito 23 maggio 2016
La basilica di Santa Maria è la più famosa di Randazzo, e ha sempre costituito un’attrazione per turisti e visitatori. Interamente costruita in pietra lavica, la sua origine si perde nella leggenda. L’edificio, per come lo vediamo oggi, è il risutato di diverse fasi costruttive, fuse armonicamente. La parte absidale, la più antica, risale al XIII secolo.
All’esterno la costruzione è realizzata in blocchi squadrati di nero basalto, che non lasciano intravedere la malta tra le connessure. Oltre alle tre absidi merlate, dove si può vedere lo stemma di Randazzo, il leone rampante su uno scudo di marmo bianco, molto interessanti i due portali della facciata nord e sud, il campanile neogotico, costruito al centro della facciata nella seconda metà del XIX sec. sullo schema di quello originario, con tre ordini di finestre bifore e trifore, che alterna pietre bianche e nere, crendo con la sua bicromia un insieme artistico armonioso e suggestivo.
All’interno, una fuga di colonne in pietra lavica, alcune delle quali monolitiche, numerosi dipinti e oggetti preziosi.
Ricordiamo la Madonna di Pietro Vanni (1886) sull’altare maggiore, l’affresco con la Madonna del Pileri, sulla porta nord, legato alle leggendarie origini della chiesa, 6 tele del palermitno Giuseppe Velasco (sec. XIX), tra cui spiccano un’Annunciazione e il Martirio di S. Andrea, la Crocifissione del fiammingo Van Houmbracken (sec. XVII), la tavoletta di Girolamo Alibrandi sec. XVI) con La Madonna che salva Randazzo dalla lava, il Martirio di S. Lorenzo e di S. Agata, entrambi di Onofrio Gabrieli e il Martirio di S. Sebastiano di Daniele Monteleone, tutti del sec. XVII, la Pentecoste (sec. XVI), la tavola di Giovanni Caniglia (1548) cui s’ispira la Vara, il Battesimo di Gesù del randazzese F. Paolo Finocchiaro (1894), e un Crocifisso scolpito da frate Umile da Petralia.
Articoli di Maristella
Lidia Petrullo nata, non importa in che periodo, nella bella cittadina medievale di Randazzo, sita ai piedi della ns vulcanessa(mi piace chiamarla così) Etna.
La mia infanzia, fino agli otto anni, l’ho trascorsa al paesello.
In seguito mi sono trasferita assieme alla sorella maggiore in Calabria ed a 11 anni a Messina dove ho continuato i miei studi fino al diploma magistrale . Ritornata a Randazzo, sono rimasta per quattro anni, per poi ripartire alla volta della Svizzera,con mio marito che lavorava li.
Dopo pochi mesi abbiamo preferito ritornare in Italia, in quanto mio marito aveva vinto un concorso ed era stato assunto alle Poste di Torino,
Dopo un anno sono stata assunta come insegnante di scuola primaria, e… proprio a Torino è nata la mia unica figlia, che mi ha reso nonna di due nipotine, che sono la mia gioia…la continuità della vita…
Ah…stavo dimenticando di dire che mi piace molto viaggiare, seguendo il motto”Viaggiare è vivere” perché si va alla scoperta di culture e tradizioni diverse dalle nostre, che ti arricchiscono interiormente e ti aprono la mente…
Ho cominciato a scrivere i miei primi versi dopo i vent’anni e le mie” emozioni” , come io le definisco, si sono dislocate lungo l’arco della mia vita,con qualche pausa.
Per circa trent’anni, ho deciso di tenere le mie emozioni in un cassetto… Poi ho pensato di renderle pubbliche, per la prima volta, partecipando alla rassegna di poesia organizzata dalla PRO LOCO di Randazzo Rassegna di Poesie Dialettali e in italiano :“Versi e parole nelle parlate galloitaliche di Sicilia” – nelle pubblicazioni degli anni 2011 – 2012 – 2013 – 2014 .-2015 – 2016 – 2017 2018
-Ho partecipato anche, a vari concorsi a livello nazionale , riuscendo ad ottenere, per segnalazione di merito, la pubblicazione di diverse mie poesie sia sul Web che in formato cartaceo.
Con la casa editrice” Pagine” diretta da Elio Pecora, ho ottenuto la pubblicazione, insieme ad altri autori, di nove poesie in e-book, dal titolo “ Pensieri di versi” e su youtube con il video della poesia “Riflessione”.
Altre poesie sono state pubblicate sul sito dell’Accademia Internazionale “Il Convivio” che mi ha insignita del titolo di accademico.
Sempre il Convivio mi ha conferito una segnalazione di merito per la poesia “Le perle della vita”.
Ho anche ottenuto delle Menzioni d’Onore al Premio Nazionale di Poesia “POETINSIEME”
Recentemente la Casa Editrice Aletti mi ha inserita con 15 mie poesie in una” collana “insieme ad altri cinque autori.
Un mio sogno che spero si avveri presto è quello di pubblicare un libro di poesie tutte mie.
Alcune poesie:
Nel grembo
Leggera, luminosa
Avvolta da un fascino misterioso
Vieni fuori all’improvviso!
Un gemito t’accoglie!
Sei tu bimba mia
Che t’affacci alla vita,
dal grembo materno
e…l’accogli con gioia!
Ti stringo al mio seno
e i nostri cuori fremono
all’’unisono in un battito d’amore …
quell’amore che, ogni madre, darà sempre
finchè un alito di vita avrà!
La mezza luna
Cosa abbiamo in comune stasera
io e la mezza luna?
Ma certo: lo stesso volto!
Il tuo luminoso
color arancio
mi desta
infinite sensazioni
e delle vibrazioni
che arrivano
in fondo all’animo
e lo scavano
in un’assoluta nullità
disegnata d’intensità
nell’attesa dell’immensità!
Rialzo il mio sguardo
verso il cielo!
Luna, ora ti sei celata
dietro una nuvola
e…la mia allegria
si trasforma
in malinconia…
Riflessione
Il sole splende
sulla mia Etna
ammantata di neve.
Un lieve venticello
scompiglia i miei capelli
sussurrandomi all’orecchio
parole d’amore,
di speranza…
e … la certezza
della brevità della vita
che non lasci spazio
ad inutili rancori,
ma ad un’eterna
unione d’anime!
E allora Tu, Vento,
continua a soffiare!
Emana
Il tuo alito vitale
e stringi l’Universo
in un abbraccio
totale d’umanità.
I miei passi
Scandiscono i miei passi
sulle scale senza tempo
della vita.
Vita … affannata
Corro… per andare…
non so dove…
Forse all’impazzata ricerca
di quell’ emozione nascosta
che dia QUEL brivido
alla mia vita ribelle…
Ormai… ormai sono qui
con la mia mente avvolta nei ricordi
passati e più presenti… come ora
in quest’istante…
Vorrei che tu
fossi qui a scompigliare i miei
pensieri per immergerli nei tuoi
come il sole s’immerge
nell’azzurro mare
in quel Tramonto: il mio!
I miei passi