La frazione di Montelaguardia nel 1956 aveva un piccolo plesso scolastico con una sola aula frequentata dai bambini della frazione.
Il 24 aprile all’uscita della scuola alcuni scolaretti invece di rientrare a casa si attardano a giocare nel vicino boschetto proprio dietro la scuola.
Uno di loro sfortunatamente trova un ordigno residuato bellico dell’ultima guerra mondiale.
Non è inutile ricordare come la nostra Città tra il 13 luglio ed il 15 agosto 1943 è stata bombardata dagli alleati Anglo/Americani, basti pensare che nel solo giorno del 7 agosto vi furono ben 24 incursioni aerei.
Si misero a giocare. La deflagrazione fu tremenda. Persero la vita:
Una immane tragedia che segnò per molti anni la nostra comunità.
a cura di Vincenzo Rotella
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Nello slargo che si forma alla fine della via Lanza quando incrocia la via Marconi davanti al bel palazzo dei baroni Romeo si consuma un’altra tragedia. La sera del 16 marzo 1965 due ragazzi giocano con le cartelle, gioco assai in voga in quel periodo. Si trattava di far girare le cartelle utilizzando il palmo della mano.
I due sono seduti davanti al portone del palazzo quanto all’improvviso scoppia una bomba che per alcuni è un residuato bellico per altri un ordigno inesploso che i contadini usavano per spaventare il “tempo”.
Santino Franco di di 12 anni muore sul colpo, forse perchè più vicino all’ordigno, mentre Melo Marullo di 13 anni viene soccorso e trasportato con la macchina di Vincenzino Quattropani a Catania all’ospedale Vittorio Emmanuele.
Sulla macchina vi era anche uno zio del ragazzo Santo Donato a cui il giovane gli raccomandava di non dire niente a sua madre ( i genitori si trovavano in Svizzera per lavoro) e che non facevano niente di male in quanto giocavano con le cartelle.
Durante la notte il ragazzo finiva di soffrire.
Su questo avvenimento molte sono state le illazioni e i commenti, purtroppo non è facile capire quello che veramente è successo e un certo oblio è caduto su questo fatto.
Le famiglie dei ragazzi erano molto noti e tutti si strinsero attorno al loro profondo dolore.
a cura di Vincenzo Rotella