Maurits Cornelis Escher nasce a Leeuwarden, Olanda, il 17 giugno del 1898, quarto figlio di un ingegnere idraulico.
Nel 1903 si trasferisce con tutta la famiglia ad Arnheim dove, dal 1912 al 1918, frequenta il liceo con esiti disastrosi, tanto che alla prova di maturità viene addirittura respinto. Dopo essere riuscito con tanta fatica a conseguire il diploma, Maurits Escher si stabilisce ad Haarlem per seguire i corsi di architettura alla Scuola di Architettura e Arti Decorative, come voleva suo padre. L’architettura non interessa il giovane Escher quanto il disegno e, dopo pochi mesi, abbandona architettura per iscriversi ai corsi di disegno dell’insegnante di grafica Samuel Jesserun de Mesquita. Alla fine degli studi, come era quasi d’obbligo per tutti gli aspiranti artista, Maurits Escher fa un lungo viaggio in Italia e in Spagna nel 1922 dove rimane incantato dalla la prodigiosa complessità dalle decorazioni moresche dell’Alhambra, il castello di Granada. Proprio in Spagna scopre la tecnica dei “disegni periodici”, caratterizzati da una divisione regolare della superficie piana, disegni che diventeranno una costante di certe sue illustrazioni che lo renderanno celebre ed inconfondibile, nonché simbolo di un’arte contaminata dal pensiero scientifico.
Nel 1923 il pittore torna in Italia dove incontra Jetta Umiker, svizzera e l’anno dopo la sposa e compra casa a Roma, dove resterà per undici anni e da dove partiva per i suoi numerosi vagabondaggi. Durante gli anni italiani Maurits Escher prende moltissimi disegni e schizzi che si trasformeranno in litografie e comincia ad eseguire le incisioni su legno, servendosi di blocchi di faggio, della consistenza più dura, che gli permettono di tracciare delle linee sempre più sottili e di scolpire le sue sfere. Per trovare idee e spunti nuovi, viaggia molto, visitando ad esempio gli Abruzzi a piedi e molte località Italiane: è del 1929 la prima litografia “Veduta di Goriano Sicoli, Abruzzi”.
In questo periodo la sua produzione è ispirata alla natura ed ottiene un notevole successo con la sua prima mostra allestita Siena, primo passo in un susseguirsi di successi e affermazioni con esposizioni personali via via più corpose, nelle città europee fino in Olanda. In Italia, si afferma il regime fascista e il clima politico del paese diventa pesante, così alle prime avvisaglie di guerra si trasferisce con la famiglia in Svizzera, dove nel 1938 nasce il figlio Jan, avvenimento che lo allontanano dalla visione della natura per concentrarsi sulle sue immagini interiori.
In seguito, Maurits Escher, parlando della sua vita, definì l’anno della nascita di suo figlio come quello in cui maturò la svolta della sua vita: ” In Svizzera e in Belgio ho trovato molto meno interessanti sia i paesaggi che l’architettura, rispetto a ciò che avevo visto nel Sud Italia. Mi sono così sentito spinto ad allontanarmi sempre di più dall’illustrazione più o meno diretta e realistica della realtà circostante. Non vi è dubbio che queste particolari circostanze sono state responsabili di aver portato alla luce le mie “visioni interiori”.
La sua arte, ormai matura, riflette la sua visione del mondo che lo circonda e le elabora attraverso la fantasia, le realizza in architetture, prospettiva e spazi impossibili; le sue opere grafiche sono celebri per l’uso fantasmagorico degli effetti ottici. Il campionario sviluppato da Escher, contempla le sorprese più spettacolari che vanno da paesaggi illusori, prospettive invertite, costruzioni geometriche minuziosamente disegnate e altro ancora, frutto della sua inesauribile vena fantastica, che incanta e sconcerta. Nelle opere di Escher, l’ambiguità visiva diventa ambiguità di significato e dall’ osservazione delle opere e invenzioni di questo artista si intuiscono gli interessi e fonti di ispirazione, che vanno dalla psicologia alla matematica, dalla poesia alla fantascienza, che animano la sua mente geniale, affiancandolo a Michelangelo, Leonardo da Vinci, Dürer e Holbein. “La metamorfosi”, realizzata nel 1940 rappresenta una sorta di riassunto delle sue opere: densa di richiami alla geometria è una splendida storia per immagini in cui tutti i soggetti rappresentati si trasformano rapidamente in un qualcosa d’altro, in un continuo processo di mutazione.
Le case sul mare diventano scatole, perdono via via le loro caratteristiche, si trasformano in semplici cubi, in esagoni e alla fine in ragazzini cinesi; sono questi passaggi da una forma all’altra, dalla seconda alla terza dimensione che sconcertano l’osservatore. Due anni dopo venne pubblicato “M.C. Escher en zijn experimenten”. Nel 1941 si trasferisce in Olanda, a Baarn e, dal 1948, in concomitanza di mostre personali, tiene una serie di conferenze per illustrare il senso del suo lavoro. Nel 1954 M.C. Escher stabilisce un primo contatto con il mondo scientifico grazie alla sua esposizione al Museo Stedelijk di Amsterdam, in coincidenza con il Congresso Internazionale dei Matematici e, nel 1955, il 30 aprile riceve una onorificenza reale. Per il sessantesimo compleanno di Escher la città dell’Aia organizza una grande mostra retrospettiva per celebrare il suo genio, viene pubblicato “Divisione regolare delle superfici” e realizza la sua prima litografia dedicata alle sue celeberrime costruzioni impossibili : “Belvedere”. Dopo una lunga permanenza in ospedale, nel 1964 il pittore intraprende un viaggio in Canada, dove viene ricoverato ed operato d’urgenza.
Oltre ad essere un artista grafico, M.C. Escher si occupa di illustrazioni per l’editoria, progetta arazzi, francobolli e murales, un’attività senza sosta che gli vale il premio della Cultura della città di Hilversum. Nel 1969, in luglio, realizza la sua ultima xilografia, “Serpenti”, ma l’anno dopo subisce un’operazione e resta ricoverato per lungo tempo in ospedale, dopo di ché si trasferisce in una Casa di Riposo per Artisti a Iaren e muore il 27 marzo del 1972. La parte più originale della ricerca del pittore-matematico è quella riguardante la distribuzione del colore nei disegni periodici, per facilitare l’individuazione delle singole figure, ognuna delle quali deve svolgere alternativamente il ruolo di figura e di sfondo. Ad esempio, nei suoi Uccelli/Pesci, gli uccelli sono acqua rispetto ai pesci e i pesci sono cielo rispetto agli uccelli.
La sua teoria della “simmetria di colore” sui disegni periodici a due o più colori contrastanti, verrà scoperta solo parecchi anni dopo dai cristallografi che l’applicheranno con notevoli vantaggi nella classificazione dei cristalli e delle loro proprietà. Maurits Escher, popolare per le sue cosiddetto strutture impossibili, come “Ascending e Descending”, “Relatività”, le sue stampe di trasformazione, come “Metamorfosi I”, ” Metamorfosi II “, ” Metamorfosi III “e ” Sky & Water I o rettili “, non voleva dire nulla di più di quanto si vede nelle sue opere. La sua ricerca estetica è semplicemente una ricerca geometrico-formale, e la sua idea di bellezza risiede nella purezza del segno, nell’armonia, anche apparente, delle composizioni e nei paradossi illusionistici che solo la matita può creare. Eppure, al di là delle intenzioni consapevoli o inconsapevoli dell’artista e al di là dell’adesione ufficiale a un particolare movimento pittorico, le opere di Maurits Escher lo collegano al Surrealismo.
Maurits Cornelis Escher: breve biografia e opere principali in 10 punti
Due minuti per raccontare la vita dell’artista olandese, delle sue scale senza fine e delle sue prospettive impossibili.
Scale che non hanno inizio né fine, uccelli in volo che si fondono come il giorno e la notte, mondi impossibili che sembrano partoriti da un sogno. Osservare le opere di Maurits Cornelis Escher significa intraprendere un viaggio lungo i confini dello spazio, in una realtà che esiste in qualche anfratto profondo della nostra mente e quando viene a galla ci costringe a porci degli interrogativi su ciò che è vero e ciò che è solo apparenza. Eppure questo geniale artista olandese, forse non avrebbe mai creato quelle opere che lo hanno reso immortale, se la sua vita non lo avesse costretto a rinunciare al sole, al mare e agli splendidi paesaggi italiani.
LA VITA E LE OPERE DI MAURITS CORNELIUS ESCHER:
1. Maurits Cornelis Escher (1898-1972) è stato un incisore e grafico olandese. È conosciuto soprattutto per le sue incisioni che hanno per oggetto immagini basate su curiose simmetrie che esplorano l’infinito, paradossi matematici e prospettive (apparentemente) impossibili.
2. Escher non è stato uno studente modello, essendo carente in quasi tutte le materie, compresa la matematica, ad eccezione (ovviamente) del disegno.
3. L’Italia ha un peso rilevante nella vita di Escher. L’artista olandese vive infatti a Roma dal 1923 al 1935 con sua moglie Jetta Umiker che sposa a Viareggio nel 1924. È in Italia che nascono i suoi figli George ed Arthur. Escher ricorderà i suoi anni in Italia come “I migliori anni della sua vita”.
4. Escher approfitta del soggiorno italiano per percorrere la penisola in lungo e in largo in cerca di ispirazione. Oltre ad innamorarsi del sole, del mare e dei paesaggi del Belpaese, Escher è attratto dai piccoli villaggi della Calabria (es. Pentedattilo, sopra) e della Sicilia (CESARO’, MASCALI e RANDAZZO, in basso) che lo colpiscono per la particolare composizione e la struttura dei centri abitati che sembrano fondersi col paesaggio.
5. Lascia l’Italia per andare in Svizzera nel 1935 a causa dell’insopportabile clima politico causato dal fascismo. Nell’inverno del 1944 il suo grande maestro e amico Samuel Jessurun de Mosquita muore con la moglie e il figlio nel campo di concentramento di Theresienstadt, nella Repubblica Ceca.
6. Negli anni Quaranta Escher si trasferisce in Belgio e poi in Olanda. Da qui comincerà il suo periodo artistico più prolifico, in cui abbandonerà la riproduzione della realtà per rappresentare il suo mondo interiore. Escher motiva questa scelta spiegando che nei paesaggi di Belgio e Olanda non ha trovato nulla di così bello da ispirarlo, cosa che accadeva invece quando ammirava i paesaggi italiani.
7. Simmetrie, paradossi geometrici, luoghi che inducono a moti senza fine. La matematica e il calcolo sono componenti chiave per comprendere a fondo le opere di Escher. Lui stesso è stato amico di molti matematici come Bruno Ernst che su di lui ha scritto un libro “Lo specchio magico di M.C. Escher”.
8. Una delle opere più famose di Escher, Salita e discesa (1960) è ispirata all’illusione ottica dei matematici inglesi Lionel e Roger Penrose che ne avevano parlato in un articolo pubblicato nel 1958.
9. Day and night del 1938 (immagine in basso), Mani che disegnano (1948), Relatività (1953 – a lato) e Belvedere (1958) sono alcune delle opere più note di Escher.
10. Per le sue deformazioni spaziali capaci di creare mondi alternativi, Escher è stato molto amato dagli hippie e dalla controcultura dell’epoca, tanto che Mick Jagger scrisse una lettera molto amichevole (forse troppo) al maestro olandese per chiedergli di creare un’opera da usare come copertina per un album dei Rolling Stones. Escher rifiutò, chiedendo inoltre a Mick Jagger la cortesia di usare il “lei”, piuttosto che il “tu” nella loro corrispondenza.
“Solo coloro che tentano l’assurdo raggiungeranno l’impossibile.” (Maurits Cornelius Escher)
Maurits Cornelis Escher,inoltre esegue molte incisioni su legno e straordinariamente una bella veduta di CESARO’ con lo sfondo dell’Etna innevata, un panorama di RANDAZZO con in primo piano il Ponte sul fiume Alcantara, la Basilica di Santa Maria e di nuovo l’Etna innevata e una serie di litografie raffiguranti “la lava” che distrugge la città di Mascali (1928) ed il recupero di una villa circondata dalla lava.
Cesarò – 1933 | Randazzo – Basilica di Santa Maria 1933 | Mascali 1928 |
Mascali, la casa immortalata da Escher e ritrovata
A novant’anni dall’eruzione che ha cambiato l’Etna
La litografia si chiama House in the lava near Nunziata e racconta la devastazione del 1928. La fotografa e documentarista Maria Aloisi, assieme alla crew di Etna walk, ha ricostruito la storia, ritrovando i ruderi di quella villa.
Ritratta dal celebre Maurits Cornelis Escher, l’artista dell’impossibile e dei paradossi, House in the lava near Nunziata è una litografia che raffigura una grande villa completamente circondata dalla lava, nel piccolo borgo di Nunziata, frazione di Mascali, piccolo paese alle pendici dell’Etna.
Quest’opera, insieme a tante altre, è stata esposta al Palazzo della Cultura a Catania lo scorso anno, in occasione di una mostra che ha svelato, per la prima volta al pubblico siciliano, l’estro e le oniriche visioni dell’artista olandese.
Fu tra il 1928 e il 1936 che Escher si recò per lunghi soggiorni in Sicilia, affascinato dai paesaggi selvaggi e incuriosito dalla notizia della distruzione che la colata dell’Etna aveva seminato nel territorio di Mascali, nel novembre del 1928.
House in the lava near Nunziata
La stessa curiosità che ha spinto la fotografa, grafica e documentarista Maria Aloisi a indagare su quella litografia mascalese, dando una svolta alla storia di una villa diventata famosa nel mondo e, fino a questo momento, ritenuta perduta per sempre.rappresenta una testimonianza e un simbolo di quella che, sull’Etna, sarà ricordata come una delle eruzioni più devastanti degli ultimi secoli: interi campi coltivati completamente bruciati, abitazioni inghiottite dalla lava, popolazioni costrette a scappare e a lasciare in fretta le proprie case, comunicazioni ferroviarie e stradali interrotte e buona parte dei territori di Mascali e Nunziata sepolti in soli sei giorni.
«Dopo avere visto la litografia alla mostra mi sono attivata per cercare informazioni sulla casa nella lava – spiega Maria a MeridioNews – Ero affascinata da quest’opera e mi sono domandata se qualcuno avesse mai cercato i resti della villa o se invece era tutto perduto per sempre; grazie a un post su Facebook e a un’amica in comune, sono riuscita a rintracciare Francesca Failla, ultima erede della famiglia proprietaria della casa».
L’incontro di Maria con Francesca, tra i lucidi ricordi della signora e le fotografie ingiallite conservate gelosamente nei cassetti, si rivela inaspettatamente prezioso: «Sono andata a trovare Francesca convinta di fare una semplice chiacchierata e invece sono tornata a casa con in mano una splendida storia da raccontare», continua Aloisi che, poco dopo, decide di dare vita a un documentario per raccontare la storia di questa ricca famiglia caduta in disgrazia dopo l’eruzione, ma anche la storia di una tragedia che ha segnato le sorti di un intero paese.
«Escher ha dato un’altra vita a Palazzo Barabini, è così che si chiama la casa nella lava, dal nome della mia famiglia», racconta la signora Francesca Failla. «Vedendo la litografia ho avuto una grande emozione al pensiero dei miei nonni e di mia madre che abitavano proprio lì e di come poi le sorti della mia famiglia furono segnate dall’eruzione: agli splendori subentrarono gli stenti e mia nonna fu costretta ad appellarsi alla clemenza di Mussolini, chiedendo dei contributi che altrimenti non sarebbero arrivati, dato che mio nonno era dichiaratamente antifascista», continua Francesca.
«Non sono mai voluta andare a vedere un’eruzione dell’Etna: per la mia famiglia era un tabù», conclude l’ultima erede dei Barabini.
Negli ultimi mesi, durante la preparazione del documentario, Maria Aloisi, insieme a Giuseppe Distefano e Marco Restivo, documentaristi e fondatori di Etna walk e My Etna map, hanno effettuato diverse ricerche e sopralluoghi per tentare di individuare i resti della casa della famiglia Barabini, nonostante tutte le voci e le notizie lasciassero pensare che della villa non ci fosse più alcuna traccia. «Abbiamo confrontato mappe antiche dell’Ufficio tecnico del Comune di Mascali, del catasto, fotografie dell’epoca, abbiamo consultato l’archivio dell’Istituto Luce e le preziose immagini dell’Eth di Zurigo e ci siamo fatti raccontare i ricordi di bambini degli ultimi anziani del paese.
La difficoltà principale è stato muoversi in un territorio complesso, ampiamente martoriato dall’edilizia selvaggia e dall’abusivismo», spiega Maria.
Quando tutto sembrava perduto, l’aiuto decisivo per il ritrovamento della casa arriva grazie a una palma raffigurata in un’antica mappa che i tre documentaristi trovano presso l’Ufficio tecnico del Comune di Mascali.
Quella palma era la stessa ritratta da Escher nella litografia di House in the lava near Nunziata e, prima della catastrofica eruzione, fungeva come una sorta di faro per le persone che ogni giorno si recavano a lavorare presso gli agrumeti e i frutteti della proprietà dei Barabini.
«Un ringraziamento particolare va al signor Zappalà, uno degli ultimi testimoni viventi dell’eruzione 1928, incontrato per caso mentre eravamo in centro a Mascali; un prezioso aiuto ci è stato dato inoltre da Leonardo Vaccaro dell’Associazione Mascali 1928 e dall’architetto Alessandro Cavallaro», conclude Maria Aloisi.
Il documentario La Casa nella Lava sarà visibile i primi di novembre a Mascali, nell’ambito degli appuntamenti dedicati al 90esimo anniversario dell’eruzione.
a cura di Lucio Rubbino
Il Faust goethiano diceva che nel suo petto abitavano due anime (“Zwei Seelen wohnen in meiner Brust”): ma bisogna riconoscere che nel petto dell’artista siciliano Nunzio Trazzera, che è nato a Randazzo nel 1948, di anime ne abitano parecchie, perché, nella sua multiforme attività creatrice, si è cimentato con uguale successo non solo nella pittura, ma anche nella scultura in bronzo, nella ceramica policroma e nella terracotta.
Del resto, se chiedete a lui stesso una classificazione della sua arte, Nunzio Trazzera vi risponderà che egli non è un pittore o uno scultore, bensì un “pittoscultore”: cioè egli riconosce – e le sue numerose opere lo dimostrano – che nella sua vitalità artistica “pòntano ugualmente” (come direbbe Dante) sia la espressione pittorica che quella scultorea; e che queste due arti vanno intese nella più ampia gamma possibile di espressione, per cui, accanto alle tele e alle opere pittoriche, troviamo le statue e i busti e i bassorilievi in bronzo: ed accanto alle ceramiche policrome di notevoli proporzioni (come il “Cristo Re” di Montelaguardia, ed il “San Cristoforo” di Porta San Martino a Randazzo), troviamo pregevoli opere di terracotta, quali le formelle del “Trofeo S. Ignazio”, e gli artistici vasi che adornano le Piazze di Piedimonte Etneo, nonché gli smalti.
La vigorosa poliedricità di Nunzio Trazzera – che storicamente si riallaccia ad una nobilissima tradizione siciliana, che partendo dal messinese Francesco Maurolico del Cinquecento (che fu al tempo stesso astronomo, matematico, storico e grammatico di vaglia), arriva al belpassese Nino Martoglio (che nel primo Novecento è stato giornalista, commediografo, poeta bravo tanto in siciliano quanto in italiano, nonché organizzatore teatrale e critico letterario non comune) – è stata messa in rilievo dal corale apprezzamento di illustri critici a livello nazionale, quali Senzio Mazza ed Orietta Giardi, che già nel 1979 fecero notare la dimensione cosmica e l’impatto cromatico della pittura di Nunzio Trazzera; ed è stata confermata dalle lodi unanimi che gli sono state rivolte da noti critici siciliani, quali l’indimenticabile don Salvatore Calogero Virzì, e i viventi Salvatore Agati ed Alfio Ragaglia da Randazzo, che hanno rispettivamente fatto notare l’innato talento creativo, la genuina interpretazione del messaggio umano, ed il reale contributo culturale che le opere di Nunzio Trazzera arrecano allo sviluppo spirituale del popolo siciliano in genere, e della comunità randazzese in particolare.
Questa grande carica umana deriva a Nunzio Trazzera non solo dalla sua vocazione artistica, e del quotidiano contatto con i giovani suoi allievi, che riconoscono in lui non un docente, ma un Maestro: ma deriva soprattutto anche dalle sue vaste esperienze umane, dovuti ai suoi lunghi soggiorni fuori dalla Sicilia, e segnatamente in Lombardia: onde la sua arte risulta arricchita da questi corroboranti apporti extra-insulari. Io stesso ho avuto il piacere di conoscere Nunzio Trazzera non in Sicilia, ma a Milano, in una delle trasmissioni che negli anni Ottanta si tenevano a Radio Montestella per i Siciliani residenti al Nord, e che erano condotte da mio fratello comm. Pino Correnti, allora direttore del prestigioso Teatro Manzoni di Milano.
Questo infaticabile artista, così ricco di creatività nei vari campi dell’arte figurativa, e che nelle sue opere vuole e sa esprimere il desiderio di pace, di lavoro, di libertà e di amore, che sono sentimenti profondamente radicati nel cuore dei veri siciliani, merita quindi l’apprezzamento e il plauso di quanti, come l’autore di queste righe, credono fermamente, e fermamente sostengono, che la Sicilia non è soltanto mafia, come mostrano di credere scrittori e giornalisti di grande nome come Sciascia o Bocca, perché invece la Sicilia è la inesausta generatrice di santi, di scienziati, di scrittori e di artisti, come Archimede, come Antonello, come Bellini, come Quasimodo, come Pirandello e come Verga.
SANTI CORRENTI
dell’Università di Catania
Torre Archirafi (Catania), 4 Agosto 1993
Nunzio Trazzera, pittore e scultore nasce a Randazzo nel 1948.
E’ stato docente di educazione artistica a Corsico, Rozzano, Milano, Linguaglossa, Castiglione di Sicilia, Maletto e Randazzo.
Fin dal 1966 ha partecipato a varie manifestazioni artistiche con mostre personali, collettive, rassegne e fiere in varie città italiane ed estere.
Sue sculture in bronzo, ceramica, legno e pittoriche sono presenti in varie collezioni e arredi pubblici e privati.
Insignito di vari premi e riconoscimenti, figura con biografia, opere e articoli in numerosi libri, riviste specializzate, giornali ecc.
Nunzio Trazzera si presenta
Non è un’impresa agevole riannodare i fili di un cammino nell’arte figurativa, nato da una naturale inclinazione e vissuto in continua evoluzione. E forse è per questo che, anche oggi, nonostante le mete raggiunte, il mio animo non si sente appagato.
I miei sentimenti e affetti, la mia terra, la mia immaginazione creativa, i problemi dell’uomo, della società nel suo complesso e nel suo specifico, i contrasti etnici e religiosi, mi ispirano e mi sollecitano a nuovi impegni.
E’ un’agitazione interiore che mi punge e mi assilla e che non troverà quiete se non nel parto di nuovi lavori. Ma troverà mai quiete il mio animo?
Spero di no, perché quando un animo si sente appagato è orto, quando l’immaginazione e la fantasia si sono spente non si vive, quando l’ardore creativo si è esaurito la vita, intendo quella artistica (ma non solo) è finita.
Io non vorrei giungere a tale giorno, perché ciò vorrebbe dire che né la natura che ci circonda, né il calore degli affetti più belli parleranno più al mio cuore. Tutto questo ha animato e guidato, nel tempo, la mia attività e il mio impegno nel campo dell’arte.
La presente raccolta, pertanto, serve a documentare, da una parte, quanto fin qui realizzato: sogni vissuti e realizzati con le varie tecniche raffigurative; dall’altra vuole essere un omaggio ai miei familiari, agli amici ed estimatori, che, da sempre, con atti concreti e sinceri, mi sono stati e mi sono discreti sostenitori e pungolo per la mia attività.
Vuole infine essere l’occasione per ringraziare quanti – e sono veramente moltissimi – hanno onorato e reso possibile la collocazione e l’esposizione delle mie opere, sia in Italia che all’estero; quanti le hanno richieste per utilizzare nella pubblicazione di libri o in riviste a carattere artistico-culturale e in giornali.
Questo consenso, accompagnato sempre da continui riconoscimenti ed autorevoli attestati, ha favorito e favorisce la crescita, l’evoluzione, la maturazione, l’autonomia culturale e ispirativa per la realizzazione dei miei sogni.
Ed in questo stato fortunato perché nato, formato e vissuto in quella parte della Sicilia orientale che si specchia nell’azzurro del mare Ionio, ricco di storia e civiltà; in quella parte dove maestoso si erge il vulcano etna con la sua mole cangiante, con i suoi sussulti ora lievi ora minacciosi, con le sue strade incandescenti tra zone ora aride ora innevate, sempre presente e vivo; in quella parte resa famosa per la bellezza e varietà delle sue coste e insenature, per i suoi pendii fertili e variamente colorati e profumati da estesi agrumeti e frutteti, da una lussureggiante vegetazione di boschi e sottoboschi.
Qui, ai piedi dell’Etna, sono nato, qui la mia mente si è dischiusa alla conoscenza del vero e del bello, qui il mio cuore ha cominciato a palpitare e a commuoversi. Loro nutrimento sono stati la natura aspra ma avvolgente, i contrasti cromatici, la purezza e il profumo dell’aria, la varietà della fauna e della flora, l’operosità e la calda sensibilità della gente, gli usi, i costumi, le tradizioni, le lotte, le sconfitte e le vittorie.
Qui, in questa zona della Sicilia Ionica, mi sono formato, qui dove fin dall’antichità si sono avvicendati popoli diversi, Greci, Latini, Arabi, Normanni ed altri, lasciando mirabilissime testimonianze architettoniche, scultoree e pittoriche.
Qui in questa gemma dello Ionio, sono nati o vissuti artisti e pensatori la cui fama è universalmente nota ed onorata, quali Archimede, Pitagora , Antonello da Messina, Giovanni Verga, G. Sciuti, Domenico Tempio, Vincenzo Bellini, Santo Calì, Francesco Messina, S. Fiume.
In questo grandioso scenario culturale ed artistico, la natura ha giocato un ruolo di vera protagonista.
Essa infatti di continuo genera, ispira, stimola, apre la mente e il cuore di coloro che sono dotati da natura ed educazione a quella particolare sensibilità che abilita a creare o ricreare nuove espressioni d’arte in tutti i campi, sia poetiche che letterarie e artistiche , in particolare figurative.
Questa realtà, questo patrimonio naturale ed umano bastano da soli a mantenere viva e sempre attuale una tradizione di artisti e opere apprezzati presso tutti coloro cui stanno a cuore i più alti valori della cultura, del pensiero e del bello.
Questa atmosfera, questa specificità della mia terra, ha forgiato la mia sensibilità, ha caratterizzato la mia arte nel suo divenire, ha generato le mie opere.
Ancora giovanetto ho sperimentato una forte quanto fantastica sensazione: nel silenzio vivo della natura, con lo sguardo fisso nella cangiante atmosfera, fui attratto da una nuvoletta che candida si stagliava nell’azzurro del cielo.
Quasi giocando, la nuvoletta lentamente si dissolveva e si ricomponeva stuzzicando dolcemente la mia immaginazione, si sfibrava e lacrimava sulla terra, sugli alberi, sulle cose.
Questa semplice e fortuita visione ha segnato l’inizio di una ininterrotta riflessione sul ciclo perenne della vita, sul motto di Eraclito, sull’arte corinzia, su Buonarroti, sul dinamismo barocco, sui macchiaioli, sui futuristi e le varie avanguardie.
Inizia così quell’avventura esistenziale e artistica che solo in parte trova posto in queste pagine. Nell’opuscolo, infatti, sono presenti solo alcuni dei momenti di impegno e di confronto sereno con la natura, e questi mai statici ma sempre e in continuo divenire, dove protagonista è l’uomo, col suo impasto di sentimenti, passioni, desideri, vizi, virtù: tutto l’uomo, capace di condizionare in positivo o in negativo la realtà in cui vive ed opera.
NUNZIO TRAZZERA
Hanno scritto di Nunzio Trazzera
Artisti contemporanei alla ribalta di Salvatore Calogero Virzì
Nunzio Trazzera – E nato a Randazzo (CT) dove vive e lavora in via Portali 31. Pittore – scrittore.
Se l’arte è tale quale fu definita “passaporto di libertà”, dobbiamo dire che Trazzera è definitivamente avviato verso questa libertà che raggiunge l’estasi della contemplazione in tutti i campi della sua creatività d’artista.
Egli infatti si rivela vero artista sia come pittore, sia come scultore, come ceramista e fonditore.Il suo innato talento creativo rivela un tocco di disegno incisivo, una tavolozza cromatica varia, palesemente efficace che, vivificando il disegno e l’idea assoluta del soggetto, si innalza a dimensioni di vita che si avviano verso un cosmico dinamico.
Questo del dinamismo delle linee e della scelta del soggetto più opportuna e atta ad esprimerlo per me sono le caratteristiche più immediate del Trazzera: movimento, ridda di colori sgrananti intramezzati da chiaroscuri evanescenti, movimento convulsivo che esprime un idea, una vita nuova che agita le sue rappresentazioni, di una efficacia talmente efficace che ci porta nel sogno e nello sbalordimento.
Opera vasta questa ed espressiva che trova la sua completa espressione in soggetti presi dalla vita giornaliera visti con occhio d’artista cui si associa l’irreale e il cosmico pervaso tutto non da cerebralismo ma da un sentimento che parte dal cuore, da una esperienza vissuta da una realtà che ci colpisce momento per momento , raggiungendo vette di dolcezza, di soddisfazione, di rimpianto del momento che fugge. Paternità dunque cosmica, pervasa da una esperienza che diventa conquista e messaggio di vita: disegno incisivo., il colore astratto o a chiazza dai contorni netti o sfumati, il movimento convulso ma sempre contenuto e sempre pervaso dall’idea che vuole esprimere, fanno del Trazzera uno degli artisti più rappresentativi tra i giovani siciliani che hanno già raggiunto la loro identità e la loro personalità artistica.
Salvatore Calogero Virzì
Il dinamismo cosmico
Le opere di Nunzio Trazzera di Giusy Paratore
Novara – Che Novara amasse l’arte del dipingere era già noto; a far riscuotere numerosi consensi, però ha contribuito il numero impressionante di visitatori, che ha dedicato tante ore ad apprezzare le numerose mostre preparate con cura dall’Amministrazione Comunale Novarese.
Le vie del centro storico, in questo caldo mese d’agosto, pullulano di artisti che, con l’esposizione dei quadri, stanno facendo rivivere le antiche tradizioni di Novara. Per rendere più surreale la mostra, oltre ad alcuni locali privati ed al palazzo <<Stancanelli>>, sono state messe a disposizione degli artisti alcune chiese.
Nel tempio di S. Francesco, fra luci soffuse, ha esposto dall’11 al 18 agosto le sue pregiate opere lo scultore e pittore di Randazzo, Nunzio Trazzera.
Il successo ottenuto dall’artista etneo con la mostra dal tema; <<il dinamismo cosmico>> le sue opere, infatti, sono state lungamente ammirate dagli amanti della pittura. Tutti sono rimasti colpiti e meravigliati dell’espressione artistica che Nunzio Trazzera riesce a trasmettere attraverso i suoi quadri.
<<La sua pittura brilla di una luce interiore che evidenzia la luminosità dei colori – afferma Rosalba Buemi – vivifica l’espressività dei personaggi, anima la natura e le cose, trasportandoci in una dimensione cosmica, in una vitalità piena in un trionfo di luce e colori che ci fanno volteggiare nell’infinito come solo i grandi sanno fare. Nelle sue tele – prosegue Rosalba Buemi – l’armonia dei colori da origine alla linearità ed all’essenzialità delle forme.
Il trionfo cromatico ci trascina nell’interiorità del sentimento: l’amore, la gioia di vivere, gli affetti familiari, i problemi sociali, il dinamismo delle sue opere in ceramica, l’esempio più alto è sicuramente l’abside della chiesa di Montelaguardia di Randazzo, dove il Cristo muove le gambe e le braccia verso gli uomini per accoglierli nella sua infinitezza e le figure umane s’innalzano verso l’alto>>.
Nunzio Trazzera, nella storica chiesa di S. Francesco, ha esposto opere che riguardano i vari campi della figurazione.
Lo scultore, nelle sue creazioni vere o fantasiose, è riuscito ad imprimere una forte personalità, le sue opere sono in continua trasformazione nella cromia, nei volumi e nelle masse senza corposità e peso.
L’artista di Randazzo è riuscito a fare sprigionare dalle sue <<magiche>> mani soluzioni originali di un particolare equilibrio, che portano al sogno, alla riflessione ed alla contemplazione.
Le sue opere riescono, con naturalezza, a rendere partecipe il fruire degli eventi instabili con quali è destinato a convivere con altri eventi moderni.
L’arte di Trazzera, attraverso lo sfocare volontariamente le figure, assume una funzione ludica; il pittore <<gioca>> per raggiungere una profondità psicologica, che porta a soddisfare le sue esigenze emotive.
Questi <<ingredienti>> hanno fatto conoscere ed apprezzare Nunzio Trazzera ed i consensi ottenuti saranno da stimolo per realizzare altre opere poliedriche di pittura e di scultore in terracotta ed in bronzo.
Giusy Paratore
Angelo Manitta: libertà e sublimità nell’arte di Nunzio Trazzera.
L’uomo, con i suoi problemi, i suoi affetti e i suoi sentimenti di gioia, di coerenza, di amore e soprattutto di impegno sociale, sta al centro della composizione del Trazzera.
L’espressione “l’uomo misura di tutte le cose” in pochi pittori e scultori contemporanei è forse cosi vera come in lui, che parte dal passato, si forgia nel presente e approda nel futuro. In questa evoluzione l’emozione interiore si oggettiva e si solidifica in una visione unitaria e complessa che emerge da un sottofondo realistico e dinamico per giungere al “sublime”.
Il sublime è un’estasi laica, una contemplazione della vita nelle sue varie sfaccettature. Il sublime trascina il fruitore dell’opera d’arte “non alla persuasione – come afferma l’autore greco nel saggio “Il sublime”, ma all’estasi, perché ciò che è meraviglioso s’ac-compagna sempre ad un senso di smarrimento e prevale su ciò che è solo convincente e grazioso”.
La scultura “Danza” è espressione di questa sublimità e soprattutto di quella libertà interiore dell’uomo, espressa attraverso i movimenti agili e snelli delle due figure.
Nunzio Trazzera, nato a Randazzo (CT) nel 1948, insegna Educazione Artistica nelle scuole statali. Pittore e scultore, ha esposto i varie città italiane e all’estero con personali e collettive.
Molti critici si sono interessati alle sue opere, tra cui F. Sofia, S. Modica, S. Correnti, S. Mazza, O. Solipo, G. Gullo, G. Trabini, Insignito di vari riconoscimenti, le sue opere figurano in numerose collezioni pubbliche e private. Il suo percorso artistico, collocato nell’ambito del post-modernismo, ma volto verso il futuro, giunge ad una soluzione originale dell’arte, che affascina il lettore sia per il contenuto che per la forma.
La sua arte comunque ha sapore di classico e universale, ed è punto d’incontro tra l’interiorità che scorre ed opera nell’uomo (funzione soggettiva) e l’esteriorità che scorre ed opera nella vita quotidiana (funzione oggettiva).
ANGELO MANITTA
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Isidoro Raciti è nato a Giarre (CT) nel 1957.
Pittore-poeta, da oltre quarant’anni si dedica alla pittura con impegno, interessandosi particolarmente alla carta quale nobile mezzo di comunicazione ed espressione, eccellente ed insostituibile supporto della parola e dell’immagine.
Attivo e stimolante giornalista, operatore e mediatore culturale, dai primi anni Settanta ad oggi, è stato più volte segnalato dalla critica e vincitore di moltissimi concorsi e premi artistici e letterari.
Gli è stato assegnato il Premio Europeo di Giornalismo “G. Macherione”.Oltre ad aver diretto varie testate giornalistiche, ha fondato e diretto i mensili di cultura lo Stilo, il cui logo di testata veniva pubblicato per gentile concessione del Museo del Louvre di Parigi, No Comment e, successivamente, Sicilia Tutto Qui.
Alcune sue opere pittoriche figurano in diverse collezioni pubbliche e private (anche in musei e fondazioni), in Italia e all’estero, mentre altre sono state utilizzate come “immagine” in prestigiose circostanze.
Sue liriche sono state tradotte, pubblicate e recensite su riviste ed antologie tra le più conosciute e diffuse.
Numerosi gli articoli giornalistici, le recensioni ed i servizi radiotelevisivi a lui dedicati nel corso della sua articolata attività.
Ha esposto in permanenza soprattutto in Spagna presso le Eurogalerias de Arte “Llamas” (Bilbao, Fuenterrabia, Las Arenas, Malaga, Marbella, San Sebastian) e la Arte Galeria “Antonia Ferrero” in Portugalete.Ha pubblicato e curato una cinquantina di volumi (poesia, arte ed altro).
Fra le sue attività culturali di maggior successo ricordiamo il “Premio TORRE ARCHIRAFI” Rassegna Internazionale d’Arte e Cultura fra le più quotate e stimate nel panorama artistico-culturale, che ha organizzato per dieci anni.
Fra i premiati con l’ambito riconoscimento: Museo del Louvre di Parigi, Governo Svizzero, Francisco Goya (alla memoria),
Maestro Alberto Sughi.
Altre manifestazioni di prestigio: la storica Antologica del Maestro Archimede Cirinnà (già pittore del Vaticano); la presentazione del volume Capolavori della Pittura Italiana ’800 e ’900 nelle Collezioni della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Mario Ursino; un apprezzato documentario sulla vita di Federico II e sui castelli normanni dell’area jonico-etnea, per la Fondazione Federico II dell’Assemblea Regionale Siciliana.
Successivamente ha ideato e condotto per due anni consecutivi l’Oscar Internazionale dell’Acqua segno di Vita. Tra i premiati: la NATO, il Palazzo di Versailles, il Museo Archeologico Etrusco delle Acque di Chianciano Terme, la Pedrollo S.p.A., Piscine Castiglione, Viorica – fontane danzanti, la Chiesa Cattolica in Giordania (in memoriale del Battesimo di Cristo), il Comune di Longarone.
Ha prospettato la possibile creazione di un Museo d’Arte Tematico dell’Etna (MATE).Dai primi anni Novanta consolida una significativa e vitale amicizia con un suo particolare estimatore, per anni curatore delle sue mostre iberiche, Mario Angel Marrodán (poeta spagnolo, saggista, biografo e membro dell’Associazione Internazionale dei Critici d’Arte, recentemente scomparso).
Sempre affascinato dalla carta, è l’artista che si interessa maggiormente a questo insostituibile supporto e che, negli ultimi vent’anni, ha prodotto vari libri e cataloghi su carta fatta a mano, anche filigranata e copertine con stampa a secco (torchio a stella), come nel caso di OMAGGIO all’ETNA (HOMAGE to ETNA) – Euthymìa Ætnensis, che presenta nel 1998 alle Ciminiere di Catania e al Comune di Milo (CT) in tiratura limitata; nonché il catalogo ufficiale de i 1000 anni della Carta in Sicilia – interamente realizzato a mano su carta “Franco Conti”, in tiratura limitata e due copie in P.d.A. (2003).
L’originale collezione “i 1000 anni della Carta in Sicilia” costituisce l’unico evento per ricordare i mille anni della introduzione, da parte degli Arabi, della carta in Sicilia.
Il Catalogo è stato curato dal Dott. Mario Ursino (g
ià Funzionario e Storico dell’Arte della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, docente di Legislazione dell’Arte ed eminente esperto di De Chirico).La prima esposizione ha avuto luogo al Castello Nelson di Bronte (CT).
Nell’occasione, lo stesso dott. Ursino ha auspicato un maggior interesse da parte degli Enti Pubblici verso l’opera artistica del Raciti, la quale -a suo avviso- meriterebbe un inserimento ancor più esteso e capillare in ambiti museali, al fine di essere ampiamente conosciuta.
Messaggi di congratulazioni e vive espressioni di apprezzamento per le stupende opere e per l’iniziativa culturale sono giunti anche da parte del Papa, del Presidente della Repubblica e da varie Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea tra le più prestigiose.
Successivamente l’Artista è stato invitato ad esporre i due pannelli più grandi (mt 3 x 2) alla mostra Vernice art-fair della Fiera di Forlì.
Nel 2011, su invito delle Terme di Chianciano (SI), del Museo Archeologico delle Acque e del Comune di Chianciano Terme, ha presentato il catalogo MOS MAIORUM – Il costume degli antenati (poesie e opere pittoriche) con récital, mostra e spettacolo VIORICA – Fontane Danzanti a lui dedicato, con grande successo di pubblico e di critica.
Nel 2012, su invito dell’Associazione Salus (C. D’Agostino Onlus) e del P.O. “San Vincenzo” Taormina – Divisione Oncologia Medica, ha presentato, a scopo benefico, il catalogo La nostra Isola (acquerelli e pastelli) in occasione della esposizione al pubblico dell’inedita Collezione.
Su invito del prestigioso Museo della Carta e della Filigrana di Fabriano, nel 2013, ha presentato la Collezione TRACCE dedicata al Museo e alla sua storia, evento che ha riscosso un notevole successo di pubblico e di critica, testimoniato dalla presenza di oltre trentamila visitatori.
I fogli di carta appaiono chiari protagonisti in ogni opera, così come nella poesia Trame di luce che inaugura e condensa il percorso dell’intera collezione, che consta di trenta opere su carta fatta a mano Fabriano.
Oltre al Museo e al Comune di Fabriano, hanno collaborato all’organizzazione la Libera Associazione Culturale L’IMPEGNO, la Collana editoriNproprio e il Comitato Archivio Artistico Documentario Gierut.
Il catalogo della Collezione, rilegato a mano, contiene un’articolata nota del critico d’arte Lodovico Gierut, un testo del Dott. Mario Ursino, una testimonianza del Dott. Fabrizio W. Luciolli (Presidente dell’Atlantic Treaty Association e del Comitato Atlantico Italiano NATO), la Presentazione dell’Assessore al Turismo – MCF del Comune di Fabriano, l’Introduzione del Dott. Giorgio Pellegrini (Dir. MCF), la Prefazione del Prof. Pietro Guarnotta. Curatrice dell’evento: Prof. Rosa Pino. Le opere sono state punzonate a cura del Museo accanto alla firma dell’autore.
L’artista, negli ultimi anni, realizza le sue opere soprattutto su carta fatta a mano, da lui definita “la grande Signora, nobile e fantasiosa”.
Nel 2012 ha realizzato la collezione Il destino comune degli artisti – Omaggio a Jackson Pollock (28 gennaio 1912 – 11 agosto 1956) per ricordare, a cento anni dalla nascita, il pittore statunitense capostipite dell’Action Painting ed “eccellente protagonista sensitivo dell’essenza dell’Arte”, come il Raciti stesso lo definisce.
La relativa brochure è stata realizzata in occasione della Personale di Pittura presso “Casa Cuseni” Museo delle Belle Arti – Città di Taormina (agosto 2015).Recentemente è stato inserito nel circuito delle mostre previste in occasione del gemellaggio tra i Comuni di Pietrasanta (LU) e Cefalù (PA); è stato, inoltre, invitato, insieme ad un piccolo gruppo di artisti selezionato da qualificati critici d’arte, a realizzare, in omaggio al grande Antonello da Messina, un’opera pittorica su una tavoletta avente le stesse dimensioni del celebre Ignoto marinaio, custodito all’interno del Museo Mandralisca di Cefalù, affinché resti permanentemente esposta presso lo stesso Museo. Di prossima pubblicazione: Del silenzio dell’Arte, Il sogno astratto, Antologia poetica.
Tel. +39 338 7949279 Mail: isidoro.raciti57@gmail.com
Sito dell’Artista: www.racitiarte.com (in fase di rielaborazione).
Ulteriori notizie reperibili su YouTube e su Facebook (profilo dell’Autore).
Realizzazioni artistiche e attività culturali
Sue pubblicazioni:
Tipografia-Litografia Bracchi – Giarre (1991)
Tipolito Galatea – Acireale (1993)
Tipografia-Litografia La Rocca – Giarre (1994)
Prima edizione: Tipografia La Celere – Messina (1995)
Seconda edizione: Tipografia-Lito Santo Grasso – Giarre (1996)
Litoscanner – Nuova Graphica Due – Palermo (1997)
Ediciones Cardeñoso – Vigo (Spagna)
Colección: Cuencosliterarios N° 202 (1997)
Catalogo Bibliografico su carta filigranata
Tiratura limitata N° 10 P.d.A. (1998)
Tipografia-Litografia Etna – Fiumefreddo di Sicilia (1999)
Tipografia-Litografia Etna – Fiumefreddo di Sicilia (1999)
Tipografia-Litografia Etna – Fiumefreddo di Sicilia (2001)
Tipografia-Litografia Etna – Fiumefreddo di Sicilia (2002)
Catalogo interamente realizzato a mano su carta “Franco Conti”
Tiratura limitata N° 2 P.d.A. (2003)
Tipografia-Litografia Etna – Fiumefreddo di Sicilia (2003)
Tipolitografia F.lli Chiesa – Nicolosi (2003)
Tipolitografia F.lli Chiesa – Nicolosi (2004)
Tipolitografia F.lli Chiesa – Nicolosi (2004)
Tipolitografia F.lli Chiesa – Nicolosi (2004)
Tipolitografia F.lli Chiesa – Nicolosi (2008)
Tipolitografia F.lli Chiesa – Nicolosi (2011)
Tipolitografia F.lli Chiesa – Nicolosi (2012)
Tipolitografia Etna – Fiumefreddo di Sicilia (2013)
Rotomail Italia S.p.A. – Vignate (2015)
Tipolitografia Etna – Fiumefreddo di Sicilia (2015)
Inoltre ha curato l’edizione dei volumi:
– Dell’Associazione “Premio TORRE ARCHIRAFI” – Rassegna d’Arte e Cultura (int.le) Analisi del segno inciso – 1993;
Tavolozze incrociate una mostra come pretesto – 1994;
Oltre il chador – 1995;
Impegno civile (prima e seconda edizione) – 1995/1996;
Centoartisti – 1997;
50 poesie di Mario Angel Marrodán (in lingua italiana) – 1997.
– Del Rettore del Santuario di “S. Maria della Vena”:
II Santuario S. Maria della Vena – Un’antenna spirituale di comunicazione con il cielo -2002.
– Della Collana editoriNproprio (dal 2003 ad oggi): Viaggiando Viaggiando
Le memorie di un combattente
Varie ed eventuali
Poeti in erba
Porcherie
Le radici dell’anima
La perfetta infelicità
Sulle ali della libertà
Conosci, ama, tutela il tuo ambiente
La vita: istruzioni per l’uso
Un mondo in un granello di sabbia
Le lacrime della luna
Iperbole
Il Banco di Sicilia
Parole
Sicilia – la vera storia di una leggenda
Ricostruiamo l’uomo
Il Radice sconosciuto (1854-1931)
Il Viaggio in Sogno
Erano i giorni delle fionde
Legalità è…
Talking in Bed
Mos Maiorum – Il costume degli antenati
Francesco Sciacca: l’uomo, il preside, lo studioso
Io parto da qui
Rinchiusi
Formule di approssimazione delle funzioni goniometriche
Annuario Attività 2008/2011 – Comune di Piedimonte Etneo
La nostra Isola
Mi sussurra il Cielo
Tracce
La Fantasia e il Fantastico
Il Vangelo secondo lo Spirito Santo
inSolito Amore
Il destino comune degli Artisti – Omaggio a Jackson Pollock nel centenario della nascita
Prossime pubblicazioni:
Cataloghi d’arte e altre opere:
Alcuni inserimenti su antologie e miscellanee
(in Italia):
100 Poesie d’amore – Ibiskos Editrice (Empoli)
Annuario dell’I.T.G. “N. Colajanni” (Riposto)
Antologia “Madonna di Montalto” – A. Siciliano Editore (Messina)
Antologia Torino ’94: – Ibiskos Editrice (Empoli)
Artisti per l’Europa – Italart (Corno Giovine – LO)
Atlantis-Ars-Artis (Acireale)
Bollettino del Santuario di Montalto (Messina)
Centoartisti (Torre Archirafi-Riposto)
Colle Armonioso (Firenze)
Cultura e Società (Torino)
Dialogo (Como)
Dizionario Antologico – Carello Editore (Catanzaro)
Ferdinandea (Catania)
Festa di Vendemmia – Pro Loco (Giarre)
Francobollo d’argento (Zafferana Etnea)
Giornale di Poesia Siciliana (Palermo)
Grappoli d’amore (Vasto)
Hyria (Napoli)
I nostri pensieri vagano nei ricordi (Riposto)
I Poeti del Faro D’argento (Riposto)
Il Foglio Volante – La Flugfolio
Il Giornalino – III Circolo Didattico (Giarre)
Il Letterato (Cosenza)
Incontri (Catania)
Incontro nello studio di Ada Gandolfo Macaluso (Cannizzaro CT)
La Nuova Tribuna Letteraria (Padova)
Le Due Sicilie – Società Storica Catanese (Catania)
Leggere Poesie – Ursino Editore – Antares (Catanzaro)
Lumie di Sicilia (Firenze)
Mostra del libro edito ed inedito – E.N.D.A.S. (Catania)
Natale in maneggio – I.T.C.O. (Acireale)
Nord-Sud (Salerno)
Nuova Comunità (Cosenza)
Nuovo Confronto (Bari)
Poesia e Musica – a cura del G.A.C. (Roma)
Portaportese Giornale – La Voce di Roma e del Lazio
Premio Giornale dell’Etna (Acireale)
Premio Poesia (Riposto)
Presenza (Napoli)
Punto di vista (Padova)
Quaderni dell’Asia (Palermo)
Roma (Salerno)
Rosemarine (Nunziata di Mascali – CT)
Sagra del Mare (Riposto)
Studio d’Arte Simeone – Cooperativa Sociale “La Cicala” (Genova)
Tribuna Stampa (Milano)
Verso il Futuro (Avellino)
Vita e Mare (Genova)
Voci nostre (Giarre)
(all’Estero):
Arboleda (Palma de Mallorca – Spagna)
Cartas y Testimonios de Garcia Moreday 25 Años del Mazacote
Espiral de las Artes (Madrid – Spagna)
Nuevo Horizonte Cultural (Las Palmas de Gran Canaria – Spagna)
Punto de encuentro (Uruguay)
Servizi radiotelevisivi trasmessi su:
Antenna Sicilia
Canale 5
DG Marche
Euro Sicilia International
Euro TV
Prima TV
Radio Gold Fabriano
Radio Universal
RAI Radio Televisione Italiana
REI TV
Rete 4
Rete-Special
Tele Aci – Canale 9
Telecolor
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Tele Idea
Telejonica
Telepira
Tele Radio Ciclope
Tele Sicilia
Teletna
T.R.A.
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Articoli e recensioni stampa
(in Italia):
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Canicattì Nuova
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Corso Italia
Cronaca Vera
Dg Marche
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Espresso Sera
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Giornalismo Siciliano
Il Cittadino
Il Difensore
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Il Messaggero del Sud
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L’Aretuseo
L’Azione
L’Espresso Calatino
L’Italia Settimanale
La Gazzetta
La Nazione
La Nazione – Grosseto
La Sicilia
La Tribuna di Giarre
La Voce dell’Ionio
lo Stilo
Media Pages
Murmur Art
Notiziario Museo Nazionale della Fotografia – Brescia
Orizzonti
Prospettive
Sicilia Mondo
Sicilia Notizie – Giornale dell’Etna
Sicilia Sera
Taormina Informa
Vita di Comunità
Vivere Fabriano
(all’Estero):
Deia (Spagna)
El Correo (Spagna)
El Correo – Vizcaya (Spagna)
Giuseppe Patania nasce a Palermo il 20 gennaio 1780 ed è il più noto e popolare pittore palermitano della prima metà dell’800. Della scuola di Giuseppe Velasco diviene il miglior rappresentante della pittura neo-classica e della pittura romantica della Sicilia. Si dedicò anche all’incisione, alla miniatura, alla scenografia.
Tra le sue opere più significative La consegna della Città da parte dei Musulmani, affresco, opera realizzata nella Sala Gialla del Palazzo dei Normanni di Palermo e Ciclo, affreschi, opere realizzate nella Sala Pompeiana del Palazzo dei Normanni di Palermo.
Da noi si possono ammirare: nella chiesa del Collegio San Basilio il quadro ” La trasfigurazione “, nella chiesa di Santa Maria “ Sacra Famiglia ” mentre nella chiesa di San Martino due sue opere “ Il San Benedetto” ed “Il Martirio di San Bartolomeo“.
Morì il 23 febbraio 1852 a Palermo ed è sepolto al San Domenico.