RASSEGNA DI POESIE
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ANNO 2010 | ANNO 2011 | ANNO 2012 | ANNO 2013 | ANNO 2014 |
Santina Gullotto nata a Randazzo, paese magnifico ai piedi del maestoso Etna, situato nella valle dell’Alcantara tra i Nebrodi e i verdeggianti paesi Etnei, come un giardino fiorito i suoi panorami non deludono mai. Cittadina medievale ricca di storia e di chiese antiche, chiamata una volta il paese dalle cento chiese, alcune di esse costruite dai Saraceni con enormi blocchi di pietra lavica tagliata a mano, visitata da turisti di tutto il mondo.
Con la passione di sempre per la pittura, ho riempito le pareti della mia casa, con dei miei dipinti olio su tela che rappresentano i vari paesaggi che mi circondano.
Nei miei dipinti fa da protagonista la natura in tutte le sue infinite sfumature, L’Etna, il vulcano che sovrasta il mio paese nella sua maestosità con le sue eruzioni continue, è la mia musa ispiratrice sia dei miei quadri sia dei miei scritti, lei rappresenta la forza della natura pericolosa ma anche buona …con il suo materiale lavico rende fertili i terreni intorno dove ci sono vigneti e ulivi…
Amo la lettura e la poesia. Ho cominciato a scrivere alcune poesie all’età di trent’anni, il maggior numero in questi ultimi anni molto dolorosi della mia già travagliata vita.
Fino l’età di diciotto anni ho vissuto a Randazzo, Mi sono sposata con Franco Amato. Dopo di che mi sono trasferita per nove anni a Catania dove lavorava mio marito, lì sono nati i miei tre figli, Davide, Cinzia e Alessandro.
Sono tornata ad abitare a Randazzo nella stessa casa dove abitavo da ragazza e vi abito tutt’ora con la famiglia e la mia unica nipotina Miriam.
Ho svolto il mio lavoro di sarta sempre in casa, per seguire meglio la famiglia, ho confezionato abiti personalizzati disegnati da me anche da uomo e da sposa.
Amo cucinare e la buona cucina realizzando alcune ricette e rivisitando le ricette della nonna modernizzandole.
La mia poesia nasce dalla mia vita intensa e piena di non poche sofferenze, che come un fiume in piena mi hanno travolto ma non mi hanno distrutto e che la fede in Dio mi ha fatto sempre superare; ho trasformato il mio dolore in versi senza perdere mai la speranza e l’ottimismo.
Il mio percorso di scrittrice inizia circa 13 anni fa, dopo un grave incidente subito dal più piccolo dei miei figli. Il dolore provato in quella circostanza ha provocato in me il bisogno di esternare i miei sentimenti per meglio esorcizzare il dolore. Da quei giorni interminabili del Gennaio 2005, come travolta da un fiume in piena, la mente comincia ad aprire quei cassetti della memoria che fino allora immersi nella nebbia sonnecchiavano senza accorgersi dell’impronta che avevano lasciato …come un nastro di un antico proiettore si riavvolge per tornare poi ad essere proiettato sul telo della vita che ti sta passando accanto….
Tutto quello che nella vita ci succede ha un senso anche se non umanamente spiegabile.
La fede che mi accompagna da sempre e che nella più dura prova quando stavo per perdere mio figlio diviene più salda, è per me fonte di vita, ancora di salvezza, sostegno insostituibile…. la mia più grande ricompensa alla fatica (se così si può definire) del mio lavoro di scrittrice è stata quella che ha fatto si che io potessi con le mie parole trasmettere fede e speranza ad altre persone ….molti di quelli che hanno letto quello che scrivo mi hanno dato la conferma che la mia fede non è vana.
In me c’è sempre stata la voglia di vivere e non di sopravvivere, con questo pensiero mi sono sempre creata un lavoro piacevole che mi desse soddisfazione, mi sono sempre creata degli spazi per non tralasciare le mie passioni che mi hanno riempito la vita con la prepotenza di chi non vuole soccombere nemmeno di fronte all’evidenza,
Apprezzo molto Pascoli e Carducci facendo tesoro del loro insegnamento su argomentazioni come l’amore per la vita e la natura.
Sin dalla mia giovane età ho letto la Sacra Bibbia ed ho fatto della fede la mia ancora di salvezza e della preghiera mezzo fondamentale per superare tribolazioni e sofferenze.
La mia poesia comprende versi dedicati alla gioia, molto importante per vivere dignitosamente, come nella poesia “Il profumo della felicità” che mitiga il dolore di una vita vissuta per il bene;
la speranza che quasi mai manca, “Nel lago incantato” e “La vita comunque germoglia”;
la nostalgia degli anni andati e della fanciullezza, “La fontanella della mia strada”;
i sogni ai quali non bisogna rinunciare “Limpido e azzurro”, “E ti sogno”;
il quadro completo della lotta e la rivalsa sulla sofferenza nei versi “Quei pezzi di vita” e “L’immensa forza della vita”
dedicati alla natura come nella poesia “Un cuore a metà” , “Vorrei sentire la primavera”, “Il sapore della vita vera”, “Incendio nel cielo”.
Versi dedicati alla dedizione verso il prossimo nella poesia “Come il petalo di un papavero”.
Pubblicazioni e premi.
La prima pubblicazione è stata con tre poesie, passando la selezione di un concorso “VERSI PER UN TERRITORIO” della GB editoria Roma
Aderendo a delle iniziative editoriali ha partecipato alla realizzazione di antologie come “ATTIMI” “Poeti contemporanei” della casa editrice “PAGINE” della stessa, sono state pubblicate diverse poesie tra gli otto Poeti scelti dallo scrittore “ELIO PECORA” sulla rivista mensile “POETI E POESIA”
Con ALETTI EDITORE ha pubblicato per selezione delle poesie per diversi volumi, autori vari.
Ha partecipato alla realizzazione di una trilogia “CIO CHE CAINO NON SA” con poesie e brani, per la sensibilizzazione della lotta contro la violenza sulla donna ma anche in generale. Partecipazione anche nel volume “La poesia contro il femminicidio” Realizzata per La macina Onulus Editore
La poesia “MI RIFUGIO NEL SILENZIO” premiata con targa d’argento e pubblicata sull’antologia “ALDA NEL CUORE” nell’omonimo concorso con la Casa editrice URSINI EDIZIONI
La poesia “IN OGNI DOVE” Vince il primo premio assoluto nel concorso Premio nazionale “OASI” MOTTA S. ANASTASIA, nello stesso concorso per la poesia dialettale il premio speciale poesia “STU NOSRU MARI”
Ha pubblicato sei sillogi di poesie in lingua italiana un libro di dialettali “Vernacolo”e tre libri di narrativa… un libro di favole e aforismi.
2018 Premio Mediterraneo Oasy VI edizione con la poesia “GUARDANNU ATTORNU” Premio Arte e poesie con la poesia “VA COL PENSIERO”
La poesia “CHE NE SAI “ Premiata Aci Castello Da “OMIA ARTE” Nel concorso Castelli di versi
DEDICA
Dedico questa silloge (raccolta) di poesie dialettali alla Sicilia perla del mediterraneo e ai siciliani che la amano e che non facilmente la lasceranno…
al fuoco dell’Etna che sta nel cuore della gran parte di noi …
a chi non dimentica di lottare ogni giorno per le proprie radici…
al mio paese anche se i miei concittadini non sempre apprezzano l’arte e il valore del proprio paese…
grazie di cuore Orgogliosa di essere Randazzese, Siciliana.
Sinossi ( riassunto della mia opera letteraria).
Scrivo le mie dialettali in Randazzese così come lo parlavano i miei genitori e mio nonno.
Il nostro dialetto ha delle origini storiche molto antiche, fa parte delle parlate Galloitaliche. Sono stata spesso apostrofata per errori a parere di chi conosce bene la grammatica della lingua Siciliana. Nei gruppi del social, troppo fiscali, non pubblico le mie dialettali perchè alcuni non accettano che chiami, nelle mie poesie, la Sicilia “Siciria”, così come è in uso nel mio paese tutt’oggi (Sicilia = Siciria).
Credo che quello che conti maggiormente sia il sentimento che si mette in quello che si scrive e nel parlare ancora in dialetto così come eravamo abituati… e poi alla poesia si perdona la forma che a volte anche se non perfetta nella sua imperfezione trasmette il senso…. figuriamoci nelle Dialettali ….. credo che se si svegliasse mio nonno amerebbe le mie dialettali e quelle di tutti quei siciliani che scrivono col cuore…
Alcune belle poesie di Santina Gullotto.
” A VARA “
Si sta vara ‘no ci fussi
ogni agustu a Rannazzu
ri stu iornu ogni annu
‘no sappimu chi si facissi…
Stu paisi sempri chiù suru
chi nò cangia anzi peggiora
chi campa tantu pi no muoriri
e no si sappi dari ri verzu
pi turnari o so vecchiu splinturi…
Quannu campava me nonnu
c’era tanta povertà
ma u paisi ri Rannazzu
si dava aiutu e da sti feste
si facivuni tanti ri li cosi
pi fari sempri chiù bella figura
cu li forestieri chi rivavanu ri tutti li parti..
Cu passari ri li anni quannu
rivau allu splinduri
sempri arrieri si turnau….
ma sta vara sempri splendenti
‘ndo cuori ri ogni ranniazzisi
u so postu sempri avi….
Traduzione
Se questa vara non ci fosse ogni Agosto a Randazzo, di questo giorno ogni anno non si sa cosa si farebbe …
Questo paese sempre più solo che non cambia anzi peggiora che vive tanto per non morire e non si sa dare da fare per tornare al suo vecchio splendore…
Quando viveva mio nonno c’era tanta povertà …ma il paese di Randazzo si dava d’animo e in queste feste si facevano tante di quelle cose per fare bella figura con i forestieri che arrivavano da tutte le parti.
Col passare degli anni quando è arrivato allo splendore sempre indietro si è tornati… ma questa vara sempre splendente nel cuore di ogni randazzese un suo posto sempre ha…
STU RANNAZZU SCURU SCURU.
Stà Rannazzu sutta a muntagna …
‘nta vallata ri l’arcantara …
ri lu sciummi ca a lattu ci scurri…
chi cantannu scenni e scenni…
stu Rannazzu mi ricordu …
riccu ri frumentu e ri ligumi…
pi li srati i sciccarelli …
cu condadinu passavunu a mattinata….
E lu suri u luminava,
u codiava l’amuri ra genti….
erunu tutti comu i frati e suoru…
si iutavanu e si capivunu ….
u paisi ri Rannazzu … avanti si purtava …
Prestu vinni u progressu
chi purtau i commorità …
i cristiani tutti spirtinu,
lunu e lautru si supraniau..
E si campa ri superbia …
i ricchizzi ormai si mirau si pirdinu i principi…
e lu Rannazzu paisi magnificu
scuru scuru divintau…
E paria un giardinu fioritu
chi ormai non pari chiui….
Dalla silloge “VERSI RIFLESSI”
nella foto un mio quadro olio su tela
SOLA E MUTA
Sola e muta…
la casetta dell’ulivo verdeggiante…
non si senton più le voci
di allegri commensali…
Ne vocii di bambini
che si contenton l’altalena…
Sola e muta, senza fumo il suo cammino
di quel forno che sfornava pane caldo
espandendo un buon profumo
tra il boschetto delle querce…
Il tempo cambia ogni cosa
muta il percorso della vita
nel progresso che trasforma
e distrugge quel che resta
di un tempo ormai passato…
Sola e muta, in una domenica
che si veste di speranza la mattina
per finire con il sole
lì tra i monti che declina…
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L’ultima fatica della signora SANTINA GULLOTO
Dalla silloge ” NUVOLE DI POESIA ”
Avanza il vento
Avanza il vento lì nella radura
scuotendo i rami tra le foglie si fa strada
E mentre il cielo chiude le sue finestre
un lampo squarcia le nubi grigie e buie…
Gocce di pioggia pesanti più del mondo
battono forte sulla terra nera
piegan al suo voler teneri germogli
e falciano l’erba tenera e fiori lì nel prato…
Calma la furia e riprende fiato
avanza il vento rallenta la sua corsa
le nubi grigie schiariscono e si diradano
e l’azzurro riapre le sue finestre
passa quel raggio di sole a riscaldare
il freddo brivido della furia andata
ancora qualche goccia a scender come lacrima
piange sommesso il cielo sul distrutto prato…
Così come il terrore che percorre le giornate
di una vita che subito s’infuria
sotto il peso del male che come l’uragano
distrugge al suo passaggio la fragile esistenza…
LA V EDIZIONE DEL PREMIO OASI A MOTTA S. ANASTASIA
Il premio “OASI” di poesia sul tema della psiche e dell’uomo, giunto alla quinta edizione, rinnova la sua esclusiva tradizione.
Il Premio Nazionale “Oasi” di Poesia sul Tema della Psiche e dell’Uomo, giunto alla sua quinta edizione, rinnova la tradizione di essere un evento culturale suggestivo ed esclusivo, atteso e vissuto in ambito territoriale per la forza espressiva delle voci poetiche, interpreti di un mondo della sofferenza, che s’interroga e non demorde e si pone come riferimento di un confronto umano e fonte di dialogo.
La rassegna poetica biennale, si è svolta al C.T.A. “Oasi Regina Pacis” di Motta S. Anastasia, che opera da tanti anni con impegno e competenza sul territorio proponendo esperienze nell’ambito delle attività e terapie espressive, diventando una strategia e strumento d’ascolto attivo e premiante di una comunità terapeutica e riabilitativa per pazienti psichiatrici.
Il “Tema della Psiche e dell’Uomo”, elemento caratterizzante del Premio, ideato e condotto con abilità e professionalità artistica dallo psichiatra, scrittore e poeta Giovanni Sollima, si propone e si apre ad ogni poeta che invita a partecipare, creando da parte della commissione giudicatrice, un’importante attività percettiva e risolutiva.
La maggior parte dei contributi poetici giunti hanno sviluppato riflessioni e immagini sui grandi e attuali argomenti dell’Immigrazione e della Pace, secondo tematica indotta dall’istituzione del Premio Speciale “Mediterraneo”.
“Trattando di poesia, risuonano sempre, come sottolinea Sollima, con forza atmosferica le parole di Pablo Neruda: La poesia è un atto di pace. La pace costituisce il poeta come la farina il pane”. Il riconoscimento speciale “Mediterraneo” è andato al poeta tunisino Mohamed Larbi Maadi con il componimento “Il mare di Karim”, ispirati e degni della più illuminante sintesi politica i versi finali della poesia: “Ma il mare è uno specchio: / date luce alla mia terra / e la mia terra porterà luce al mare. / Passerà il bisogno di scappare”.
Premio assoluto della rassegna “sul Tema della Psiche e dell’Uomo” è stato assegnato alla brava e sensibile poetessa randazzese Santina Gullotto con l’opera poetica “In ogni dove”; secondo premio a Lidia La Biunda per il componimento “Fede sommersa”; terzo ad Anna Maria Cosenza per “Es-senza”.
Valore aggiunto della manifestazione il conferimento del Premio “Poetica dell’Insegnamento – Diorama Educativo”, dedicato alla figura di Anna Maria Mogavero Sollima, una personalità che si è distinta per meriti psicopedagogici nel campo dell’insegnamento e nell’ambito dell’impegno civile. Per la seconda edizione è stato conferito a Carla Sarra, maestra in congedo e autrice dello scritto inedito “Il giardino più bello”, che è, come afferma la stessa autrice, “un diario semiserio di un felice quinquennio di scuola elementare”. Il sagace e interessante scritto si rivela uno scrigno di linde esperienze, appassionate percezioni e preziosi riferimenti didattici.
La magistrale performance in concerto del Gruppo Vocale Polifonico “Armosaico”, ha coronato e arricchito la kermesse che volutamente si proietta per l’interessante tematica di sensibilizzazione con la “Giornata mondiale della diversità culturale per il dialogo e lo sviluppo”, proclamata, sin dal 2002 dalle Nazioni Unite, guardando attraverso il riconoscimento estetico e di confronto al mondo e al futuro. La serata per lo spessore ieratico e il linguaggio tra stridulo, sbieco e umano si configura in un cammino esotico dedicando alla Musa del Cuore, padrona di casa che appaga e fa riflettere i canti poetici pieni di bellezza e fraseggi musicali.
di Lella Battiato | 11/08/2016
Il 4 maggio 2019 a Enna Santina Gullotto ha vinto il 2^ premio sezione poesia del PREMIO LETTERARIO ” Umberto II re d’Italia ”
PUBBLICAZIONI
I libri si possono trovare oltre che in libreria anche su Amazzon
Alcuni significativi dipinti di Santina Gullotto
cliccando sopra l’immagine si amplia
a cura di Francesco Rubbino
Il dottor Francesco Finocchiaro (nato a Randazzo il 23 luglio 1864, morto il 19 ottobre 1938), “chimico e farmacista”, conduceva la sua farmacia nella prima metà del secolo scorso sulla via Umberto, nei pressi di San Martino: era la tipica farmacia d’una volta, con vasi e alambicchi allineati sugli scaffali, dove lo speziale preparava con le sue mani rimedi e antidoti per ogni infermità, una farmacia come quelle descritte da Giovanni Verga o da Vitaliano Brancati, una sorta di Circolo Cittadino, frequentata alla sera da amici e conoscenti, dove confluivano tutte le notizie e le chiacchiere del paese, si progettavano scherzi memorabili, si leggevano le composizioni più salaci destinate a pochi intimi.
Pare che il dottor Francesco Finocchiaro fosse piuttosto bravo nella preparazione di sciroppi e per qualche suo preparato aveva anche ottenuto il brevetto.
Nella attività lo affiancava il fratello Gabriele (nato l’11 settembre 1870), che coltivava un animo d’artista: dipingeva,
realizzava caricature e vignette umoristiche, intrecciava canestri e all’occasione praticava anche la tassidermia (imbalsamazione di animali).
Sarebbe scomparso il 7 agosto 1943, durante i bombardamenti cui aveva sperato di sottrarsi rifugiandosi, come tanti altri, nella chiesa di S. Martino, ritenendola un luogo sicuro.
In tempi, come quelli, di scarsa alfabetizzazione, i pochi “uomini di penna” godevano di una certa fiducia e considerazione, al momento di dovere scrivere una lettera, un contratto, richieste queste che il farmacista soddisfaceva sempre, e spesso in versi.
I due fratelli, spiriti arguti, dalla penna sciolta e la rima facile, poetavano su tutto e tutti.
Non esiste purtroppo una raccolta organica dei loro scritti, se n’è potuta avere memoria frammentariamente, e solo attraverso fonti orali, ormai estinte, di “discepoli” e frequentatori, pagine di vecchi giornali e trascrizioni.
La loro poesia era spesso estemporanea, ma mai illetterata, tanto in lingua che in dialetto, nel pieno rispetto della metrica, una poesia dal fraseggio sciolto, disseminata di doppi sensi, finissime allusioni, citazioni dagli autori classici.
I farmacisti seguivano attentamente la vita politica locale e nazionale, le loro composizioni trovavano spazio su fogli satirici dell’epoca, quali “ U trabanti” di Bronte,” L ei è la rio ” di Catania, e altri ancora, firmate spesso con lo pseudonimo di Turi Raspa, dove trattavano tutti i problemi della Randazzo del tempo: acqua, illuminazione, ferrovia, ospedale, igiene pubblica… Purtroppo a chi legge adesso, potranno sfuggire tanti riferimenti a fatti e personaggi distanti parecchi decenni non conoscendone il contesto, ma nonostante ciò la loro poesia ed i temi trattati si rivelano attuali e piacevoli ancora oggi.
Maristella Dilettoso dal libro “POETI RANDAZZESI DEL PASSATO” IX Rassegna di Poesie Dialettali e in italiano :“Versi e parole nelle parlate galloitaliche di Sicilia” – 2013 edito dalla Pro Loco di Randazzo.
Da un vecchio cassetto è sbucato fuori un antico opuscoletto di poesie dialettali dal titolo ” Poesie Siciliane” di Turi Raspa che ci rappresenta una situazione politico-sociale dei primi del Novecento, ci è sembrato opportuno presentarvene una nella versione originale.
A Franciscu Vitu Gasparazzu: (Notizi supra a situazioni politica a Rannazzu: “Arriva l’acqua ri Pietri Janchi?”
Sta’ vota a Gasparazzu mi presentu /ccu la facci cascata e ccu la cuda
a ‘mmienzu li gammi e triemu ri spaventu /si non cci scrissi nun fu curpa mia,
ma tutta di la nostra Ferrovia-/
La nostra Ferrovia , lu sannu tutti/ogni dui e tri cummina sti frittati,
di li giusti pretisi si nni frega…./ma pagatili .ppi favuri ,l’impiegati!
E viditi cca cessanu ‘ntra nenti/vuci, minazzi,scioperi e lamenti.
Ma st’argumentu a nui nn’importa pocu,/e parrari di “ l’acqua” nni cunvieni,
giusta comu vi dissi: a tempu e locu/diremu di la nivi cosi ameni,
rimannannu a la prossima simana/li fattarelli ri la gna’ Bastiana.
“L’acqua” ,vi dissi vieni, ri Muntuni/evi chiara frisca e trasparenti,
si arrivati a tastarini un buccuni,/viditi chi vi stronanu li denti.
Ma l’acqua non verrà ‘nta lu paisi/s’evi guvirnatu ri li Rannazzisi.
Già un cunsigghieri ,ri li cchiù arraggiati,/di chilli chi v’aggiustanu lu munnu,
ccu quattru scarabocchi e du’ parrati,/a la questioni cci tuccau lu funnu,
cu stu’ discursu fattu tempu arreri/avanti nauntri setti cunsigghieri.
Si ‘i Vaiasinni avissuru a chianari,/st’acqua a Rannazzu nun cci vieni mai;
si turnassi Pulizzi a guvirnari/dici chi st’acqua costa troppu assai.
I pupulari vincinu ? E allura/Muntuni evi chiusu ‘nda ‘na sipultura!
Pinsari ad autra acqua evi ‘na fissaria/chilla ri Vaiasinni evi ‘nsufficienti…
-Cunsidirati chilla De Maria…/Gugliermu non cunchiuri; finalmenti
resta Muntuni, e alluri evi necessariu/cca ristassi tru nui lu Commissariu.
L’acqua detta di “Pietre Bianche” proviene dalle sorgenti di Portale o Pietre Bianche, Tortorici (ME) a circa 1350mt. sul livello del mare, portata acqua circa 7 litri al secondo. Sorgente di Montone-territorio di Randazzo circa 1275 mt.sul livello del mare, (portata: 1 litro/sec). La condotta che raccoglie l’acqua delle due sorgenti arriva al Serbatoio dei Cappuccini, dopo avere attraversato alcune zone, tra cui Roccabellia e Murazorotto.
E’ il 1° acquedotto costruito a Randazzo (1906/1907). sindaco pro- tempore Gualtiero Fisauli. Acque eccellenti e saluberrime sono definite dalla ” Relazione a cura del Prof.Eugenio Di Mattei-Università di Catania”.
A cura di Silvia Vagliasindi dal libro “POETI RANDAZZESI DEL PASSATO” IX Rassegna di Poesie Dialettali e in italiano :
“Versi e parole nelle parlate galloitaliche di Sicilia” – 2013 edito dalla Pro Loco di Randazzo.
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Un originalissimo contratto di affitto di una abitazione scritto in versi dal dr. Francesco Finocchiaro gentilmente concesso da Pippo Dilettoso.
CONTRATTO DI LOCAZIONE
L’anno di grazia novecentoquindici/Fatta in Randazzo il 29 Giugno
Avanti i testi che si rendon vindici/E sottoscrivon con il proprio pugno,
Si convien quanto appresso sarà detto/E quanto infine poi sarà riletto.
Zingali Santo cede in locazione/A Ciccio Garagozzo fu Bastiano
Una bottega per abitazione/La qual sarà pagata mano a mano,
Come suol dirsi a terzo anticipato/E come meglio qui sarà spiegato,
Il primo terzo all’ultima di Agosto/Ed il secondo il primo di gennaio
L’ultimo terzo sarà corrisposto/Il primo Maggio, ed è evidente, chiaro
Che lo Zingali lascerà quietanza/Di nulla più a pretender della stanza.
Il Garagozzo s’obbliga osservare/Alla sua volta i patti tali e quali
La bottega non può subaffittare/Se non dietro permesso del Zingali
S’obbliga infine di non far rumore/Giusta le leggi urbane oggi in vigore.
Ciò non vuoi dire che durante il giorno/Non possa fare chiavi, serrature,
Maniglie, saliscendi o qualche adorno,/Purché la notte non dia seccature.
Né si potrà lagnare il vicinato/Se esercita il mestiere a cui è portato
Il prezzo convenuto è lire trenta/Da ripartirsi come sopra è detto
Zingali dal suo lato si accontenta,/mentre l’accordo al Garagozzo è accetto
Dietro tai patti espliciti ed asciutti/Contenti loro due contenti tutti
L’affitto ha sol di un anno la durata/E col trentuno Agosto avrà scadenza
Può venir questa scritta rinnovata/Se le parti ci trovan convenienza
In questo caso basta solamente/Scrivere un cenno in calce alla presente.
S’obbliga Garagozzo custodire/La casa da buon padre di famiglia,
Usarla con decoro e pria di uscire/Riconsegnarla tale e qual la piglia
non occorre concedo perché è patto/Che il termine suddetto val di sfratto.
Vien la presente in doppio originale/firmata per comune garanzia
Ed è inutile dire che essa vale/Come se da Notar redatta sia,
Cautela non pregiudica, io dico,/Come diceva pure il motto antico,
Qualora si dovesse registrare/La scrittura privata qui presente,
Tutte le spese si dovrà addossare/Chi trasgredisce i patti o se ne pente.
Stabilite cosi le condizioni/Alla firma si vien dei testimoni.