Enzo Maganuco nella sua attività di critico d’arte ha scritto molti articoli alcuni riprodotti qui di seguito:
ENZO MAGANUCO (1896-1968)
Il 4 febbraio 1968 si è spento a Catania il Professore Enzo Maganuco, figura eminente di umanista che vivrà sempre ne ricordo di quanti lo ebbero come Maestro e come collega.
Enzo Maganuco nacque ad Acate il 10novembre 1896, compì i suoi studi a Genova, dove si laureò in Letteratura Italiana; specializzandosi poi a Firenze in Storia dell’Arte. Insegnò Storia dell’Arte nei licei statali di Catania (Cutelli e Spedalieri) per molti anni.
In questo periodo pubblicò pregevoli saggi artistici.
Impegnato nell’insegnamento medio, iniziò l’attività universitaria dopo aver conseguito la docenza nel 1938.
Fu Accademico d’Italia nel 1939.
Gli fu conferito l’incarico di Storia dell’Arte Medioevale e Moderna presso l’Università di Messina, che mantenne per venti anni; contemporaneamente insegnava presso l’Università di Catania in un primo tempo Storia della Musica e Storia delle Tradizioni Popolari ed in seguito Stria dell’Arte Musulmana e Copta.
Dal 1950 in poi e fine alla fine insegnò Storia dell’Arte Medioevale e Moderna presso l’Istituto di Magistero di Catania.
Suoi argomenti preferiti di ricerca furono i problemi relativi all’Arte Siciliana.
Nel 1962 conseguì anche per questo la Medaglia d’Oro al merito della Cultura e dell’Arte.
Diresse con appassionata cura il Museo Civico del Castello Ursino fino alla morte.
Fra le sue pubblicazioni notevole risonanza ebbero gli studi sui problemi di datazione e sui pittori Pietro Novelli e Giuseppe Paladino.
Grande è il vuoto che Enzo Maganuco ha lasciato nel mondo della Cultura. Particolarmente in quello Siciliano, che aveva trovato in Lui il Maestro sempre aperto ad ogni entusiasmo, sempre pronto ad esaltare la generosità della sua terra di Sicilia.
Egli, irridendo la vita, insegnò ad amarla perché della vita fece intendere i valori eterni e, sprezzante di ogni conformismo sociale, rivelò i veri ideali umani per i quali vale la pena di vivere.
OPERE:
– Lineamenti e motivi di storia dell’arte siciliana, in “Archivio Storico per la Sicilia Orientale”, 1932
– Architettura plateresca e del tardo cinquecento in Sicilia, Catania 1939
– Problemi di datazione nell’Architettura Siciliana del Medioevo, Catania 1940
– Icòne di Antonello Gagini in Roccella Valdemone, Catania 1939
– Cicli di affreschi medioevali a Randazzo e a Nunziata di Giarre, Catania 1939
– Opere d’Arte catanesi inedite o malnote in Catania, Catania aprile 1933
– La pittura a Piazza Armerina, Siciliana, agosto 1923
– Artigianato e piccole industrie, 1932
– Le decorazioni dei carri e delle barche, 1945
– Motivi d’Arte Siciliana, 1957
– Bibliografia: Salvatore Nicolosi, Enzo Maganuco, in “La Sicilia”, 6 febbraio 1968, p. 3.
Enzo Maganuco nella sua attività di critico d’arte ha scritto molti articoli alcuni riprodotti qui di seguito:
Libri:
Alcuni articoli sulla figura umana, professionale, artistica, storica del prof. Enzo Maganuco.
L’amore per la Sicilia
Quel pendolare
Cagini e Roccella Valdemone
La lucerna
Enzo Maganugo era solito venire a Randazzo accompagnato da alcuni dei suoi alunni e scendendo dalla stazione della CircumEtnea saliva lungo il corso Umberto I. Si fermava quasi sempre davanti alla sua parruccheria ad ammirare una colonnina di marmo bianco che Santino aveva collocato nella vetrina su un piccolo piedistallo. Il negozio allora si trovava quasi all’angolo del corso Umberto I con piazza Municipio.
La colonnina era quello che restava della casa paterna in quanto negli anni cinquanta del novecento era stata completamente distrutta da un incendio.
La casa si trovava quasi accanto il Castello Svevo dove ora vi è ubicato il Museo Archeologico Vagliasindi .
Osservando con quanto ammirazione il Maganuco guardava la colonnina Santino gli fa la proposta che l’avrebbe regalata al Comune, per metterla nella via degli Archi, se avesse fatto ottenere un finanziamento dalla Sovrintendenza ai Beni Culturali di Catania.
E così fu.
Le foto sottostante dimostrano questa piccola e bella curiosità.
La prossima settimana pubblicheremo alcuni articoli dedicati a Randazzo alla sua Architettura, alla Pittura, alla Miniatura, e al libro di preghiere di Giovannella De Quatris scritte da Enzo Maganuco nella rivista “Panorami di Provincia – Randazzo” . (1937/1938).
TESTIMONIANZE
Una figura eccezionale. Dovevo dare con lui un esame ma lui guardava il mio libretto universitario e poi guardava me: ah, lei è di Randazzo! Bene, per giudicarla mi basterà sentire quel che mi dirà del suo paese e come lo dirà.
Naturalmente Randazzo non era nel programma.
Foti Olga
Collegio Salesiano S. Basilio esami V° Ginnasio 1955 Enzo Maganuco presidente della commissione. Una persona austera che incuteva non soggezione, ma terrore a vederlo. Si dimostrò un’animo gentile e disponibile mettendoci a nostro agio. Ci disse che eravamo fortunati a vivere a Randazzo che, si capiva, amava moltissimo.
Nino Calcagno
Enzo Maganuco era innamorato di Randazzo e ha fatto innamorare anche me, al punto che ,dopo 40 anni di vita nella metropoli ho avuto il coraggio di tornare a vivere qui. Ricordo con quanto amore ci portava in giro per le vie dei vecchi quartieri in compagnia di Don Virzi ,del prof. Edoardo Bonaventura o del prof. Pietro Virgilio. Si entusiasmava nel descrivere i monumenti o le vie come via dell’Agonia a parer suo la strada più bella di Randazzo assieme a via degli Archi . Un uomo non bello in viso ma intelligente, cordiale e semplice. Mi ha fatto piacere rivedere la sua foto.
Avv. Vittorio Nunzio Zappalà.
Ho conosciuto Enzo Maganuco al Santuario di Valverde nel 1947. Ero lì per gli esercizi spirituali. Lui si aggirava nella chiesa ammirando i dipinti. Il parroco lo chiamò presentandolo come il migliore critico dell’Arte Siciliana. Una persona di gran fascino.
Don Santino Spartà
Enzo Maganuco fu il presidente della commissione degli esami di V° ginnasio nel 1952 al Collegio Salesiano S. Basilio. Una persona che non passava inosservata e lo si incontrava fuori fra le stradine del centro storico.
Avv. Nando Camarata
Si ringrazia Maria Cristina Maganuco per il materiale letterario che ci ha messo a disposizione e la signora Paola Fisauli Appassionata di Arte e Storia di Randazzo che gentilmente ci ha messo in contatto.
Camarata Santo (chiamato da tutti Santino) nasce a Randazzo il 16 novembre 1936 da Antonino e Ruffino Maria Catena è il secondo di tre fratelli. Giovanni il più grande e Giuseppe. Parruchiere (artigiano di qualità) lavora da giovane prima a Messina poi a Milano.
Negli anni sessanta si stabilisce definitivamente a Randazzo.
La sua Grande passione è senza dubbio la Politica, quella con la P maiuscola.
Nelle elezioni del 22 novembre 1964 viene eletto Consigliere Comunale nella lista del PCI come Indipendente di Sinistra.
Viene eletto Sindaco il 22 gennaio 1969 a causa di forti contrasti all’interno della DC e nonostante non avesse la maggioranza in Consiglio con grande coraggio assume la guida della Città e cerca in tutti i modi di evitare la nomina di un Commissario, cosa
che avverrà di lì a poco con le dimissioni di 18 Consiglieri della DC e con la nomina del Commissario dr. Vincenzo Viviano il 21 giugno 1969.
Viene eletto Consigliere Comunale nella lista del PRI nelle elezioni del 7 giugno 1970 e con la elezione a Sindaco (5 ottobre 1971) di Francesco Rubbino entra in giunta con la delega di Vice Sindaco ed è riconfermato nella carica anche nella seconda sindacatura del Rubbino (31 luglio 1972).
Con la ricomposizione del gruppo DC e con la elezione a Sindaco di Giuseppe Gulino, passa all’opposizione e con Lui il PRI.
Alle elezioni del 1975 non si presenta e non si presenterà più ritenendo chiusa la sua esperienza politico-istituzionale.
Oltre alla sua attività professionale che ha sempre amata, si dedica anche alla agricoltura. Le sue osservazioni politiche sono sempre acute ed ascoltate.
Una banale caduta mentre si trovava a Brescia lo costringe al ricovero ospedaliero, e rientrando in Sicilia viene operato all’ospedale Cannizzaro di Catania.
La caduta gli è fatale. Dopo altre traversie ospedaliere muore serenamente il 1 luglio del 2020.
La colonnina di marmo bianco che si trova nel primo Arco (provenienti da piazza Municipio) della via Degli Uffizzi o via Degli Archi è stata regalata da Santino.
Questa colonnina adornava prima la casa paterna (vedi foto) accanto il castello Svevo attualmente sede del museo Vagliasindi, dopo il negozio di parrucchiere nel corso Umberto. Il professore Enzo Maganuco, tutte le volte che lo andava a trovare, restava incantato dalla bellezza di questa colonnina.
Il Santino allora gli fece promettere che se si interessava presso la Soprintendenza delle Belle Arti di Catania a far finanziare la ristrutturazione della Via degli Archi l’avrebbe donata al Comune. E così fu.
Foto di Santino Camarata che rispecchiano un pò la sua vita.